"No mascherine all'aperto". I giudici scuotono la Francia

Per il Tar di Strasburgo minano la libertà. Pioggia di ricorsi analoghi. Ma anche ieri oltre 7mila casi

"No mascherine all'aperto". I giudici scuotono la Francia

Nel Paese con il più alto tasso di contagi giornalieri arriva una sentenza che dice no all'obbligo di mascherine all'aperto. In Francia, dove ieri si è di nuovo superata la soglia dei settemila nuovi positivi in un giorno, il Tribunale amministrativo di Strasburgo ha bocciato il decreto della prefettura del Basso Reno che ha imposto alla città dell'Alsazia e ad altri 12 Comuni del dipartimento l'uso obbligatorio delle protezioni individuali, sempre e ovunque per tutti, sostenendo che mina la libertà delle persone. I giudici parlano per la precisione di una «minaccia immediata alla libertà di andare e venire e alla libertà personale delle persone chiamate a spostarsi».

Un buon appiglio per i movimenti «no mask», molto attivi in Francia, nonostante la sempre più difficile situazione sanitaria. Tanto che nel Paese si stanno preparando una pioggia di ricorsi analoghi.

La prefetta, Josiane Chevalier, dovrà ora riscrivere il provvedimento tenendo conto delle prescrizioni dei giudici, i quali hanno stabilito che vengano esclusi i Comuni e le fasce orarie che non sono caratterizzate «da una forte densità di popolazione» o da «circostanze locali suscettibili di favorire la diffusione» del coronavirus. La prefetta avrà tempo fino al 7 settembre per emanare un nuovo decreto che non violi le libertà individuali e che imponga l'obbligo soltanto lì dove è strettamente necessario. Se il provvedimento non verrà riscritto, hanno stabilito i giudici, quello attuale «verrà automaticamente sospeso» e quindi non sarà più obbligatorio portare le mascherine all'aperto.

Il ricorso era stato presentato da due operatori sanitari alsaziani e la decisione del Tribunale amministrativo potrebbe ora creare un importante precedente. A Parigi, Lione e Nizza, infatti, sono stati già presentati analoghi ricorsi da semplici cittadini e da avvocati in nome di associazioni come il Collettivo vittime coronavirus Francia, che vuole far annullare tutti i decreti che impongono la mascherina nel Paese. Eppure nelle ultime settimane i contagi sembrano nuovamente fuori controllo, tanto che il presidente Emmanuel Macron non ha escluso la possibilità di un nuovo lockdown nazionale. In diversi comuni, per cercare di contenere i nuovi casi, gli amministratori locali hanno imposto l'obbligo di mascherine anche all'esterno. Una decisione che in alcune zone del Paese ha provocato manifestazioni e proteste, anche a Parigi, dove la scorsa settimana è dovuta intervenire la polizia per far rispettare le ordinanze. Ora i «no mask» sperano nella sponda dei Tribunali. Sempre nella capitale, dove le scuole hanno riaperto lunedì, sono state già chiuse le prime due classi dopo la positività di un bambino di una scuola elementare. In isolamento anche i compagni del fratello.

Il presidente Macron, intanto, ha calato l'asso di un maxi-piano di stimoli da 100 miliardi per affrontare la crisi economica provocata dall'epidemia. Il governo transalpino ha presentato un pacchetto di stimoli da 100 miliardi di euro, ovvero più del 4% del Pil del 2019.

Il piano «France Relance», che sarà finanziato al 40% dal Recovery Fund dell'Ue, mira a ridurre le tasse sulle imprese di oltre 20 miliardi di euro in 10 anni, una delle politiche centrali su cui Macron è stato eletto nel 2017 ma che non è stato ancora in grado di implementare.

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