Il Nobel per la fisica al laser "salvavista" e alla donna-scienziato

La canadese Strickland e il francese Mourou premiati in tandem con l'americano Ashkin

Twitter: @NobelPrize
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Le donne non hanno il fisico per la fisica? Un dibattito lanciato l'altro giorno da Alessandro Strumia, secondo cui le donne farebbero meno carriera in quella disciplina non perché discriminate ma perché intellettualmente meno attrezzate. Una tesi controversa, a cui ieri la Reale Accademia Svedese per le Scienze ha dato una parzialissima ma certamente suggestiva risposta, attribuendo il Nobel per la Fisica a una donna di nome e di fatto: Donna Strickland, 59 anni, dell'università di Waterloo in Canada. Certo, va anche detto che non accadeva dal 1963, quando l'Accademia aveva riconosciuto il lavoro di Maria Goeppert Mayer che aveva consentito di comprendere la struttura dei gusci nucleari. E che Marie Curie è l'unica altra donna ad aver ottenuto quello che molti considerano il Nobel più importante, se non altro perché Alfred Nobel lo elencò per primo nelle volontà lette alla sua morte in cui istituiva il premio (nato, per chi non lo sapesse, dal senso di colpa postumo provocato da un articolo scritto da un giornalista che erroneamente aveva pensato che Alfred fosse morto - era invece il fratello Ludvig - e che aveva definito il chimico, inventore della dinamite, come «mercante di morte»).

«Ho pensato che fosse una follia», ha detto con voce rotta dalla commozione in un collegamento telefonico in diretta con Stoccolma la scienziata, la quarantanovesima donna a ottenere il Nobel su 974 vincitori in tutte le discipline nelle 108 edizioni totali, per una percentuale di poco superiore al 5 per cento.

La Strickland è stata premiata per aver messo a punto nel 1985 con il francese Gérard Mourou (74 anni) dell'École Polytechnique di Palaiseau (premiato anch'egli) un sistema che permette di creare impulsi laser ultracorti ad alta intensità senza distruggere il materiale di amplificazione. Con loro è stato premiato anche Arthur Ashkin, dei Bell Laboratories di Holmdel negli Stati Uniti, che con i suoi 96 anni è il più anziano Nobel della storia e ha inventato le pinzette ottiche che utilizzando la pressione della radiazione della luce possono spingere piccole particelle come atomi, virus e altre cellule viventi. Un'invenzione che trovò la sua più efficace applicazione nel 1987 quando le pinzette furono usate per catturare i batteri viventi senza danneggiarli, ciò che le rende ormai fondamentali in tantissimi campi, soprattutto la medicina e la ricerca biomolecolare. Ashkin in qualche modo ha realizzato un vecchio sogno degli scrittori di fantascienza, quello di muovere gli oggetti con la luce.

Ashkin (che incasserà la metà dei 9 milioni di corone del premio, pari a 866mila euro) e Strickland e Mourou (che si divideranno l'altra metà) hanno aperto la strada con le loro invenzioni a importanti applicazioni nel campo in particolare della chirurgia oculistica che hanno decuplicato le possibilità di cura di malattie come la cataratta, il glaucoma, la miopia e perfino la retinopatia diabetica, che un tempo conduceva dritta dritta alla cecità.

Tre sono i Nobel 2018 ancora da assegnare: oggi è il giorno di quello della chimica, venerdì il più politico e controverso, vale a dire quello per la Pace, e lunedì si chiuderà con quello per l'Economia.

Come è noto invece quest'anno niente Nobel per la letteratura, dopo lo scandalo che ha coinvolto Jean-Claude Arnault, marito di un'accademica del premio accusato da diverse donne di abusi sessuali e condannato lunedì scorso a due anni di prigione per lo stupro di una ragazza a Stoccolma nel 2011.

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