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Noi di fronte a Dio sempre impreparati

Diceva S. Tommaso: «Gli anni non condizionano l'anima»

Noi di fronte a Dio sempre impreparati

C onsapevolezza sulla natura dello Spirito Santo a 16 anni? Ma mi faccia il piacere, diceva Totò. La decisione presa dalla diocesi di Bolzano-Bressanone di posticipare la cresima affinché i ragazzi siano più consapevoli del sacramento fa sospettare che nemmeno i preti, che pure i 16 anni li hanno superati da un pezzo, abbiano idee molto chiare sull'argomento.

San Tommaso, che con tutto il rispetto ritengo leggermente più autorevole del vescovo altoatesino, spiegò che «l'età fisica non condiziona l'anima. Quindi anche nell'età della puerizia l'uomo può ottenere la perfezione dell'età spirituale». I cristiani orientali, gli ortodossi tanto più mistici di noi, cresimano i neonati, pochi minuti dopo il battesimo. A me sembra abbastanza ovvio: la cresima non è un esame di teologia, con la cresima si riceve lo Spirito Santo e di fronte a Dio siamo tutti del tutto impreparati, a qualsiasi età. Io che pure sono grandicello durante la recita domenicale del Credo ho sempre paura di impappinarmi: «Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio, e con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti». Ho paura di sbagliare perché quel passaggio lì, «procede dal Padre e dal Figlio», alzi la mano chi lo ha capito ed è in grado di spiegarlo a un profano. Intorno a quel concetto i cristiani hanno litigato per mille anni, ci sono state condanne e scomuniche, si sono convocati concili, si è consumato un grande scisma. Ancora oggi il ruolo del Figlio, ossia di Cristo, nella cosiddetta «processione dello Spirito Santo» è uno dei principali ostacoli alla riunione di cattolici e ortodossi. Uomini di fede che hanno dedicato la propria vita allo studio della Terza Persona della Santissima Trinità non sono riusciti a venirne a capo: e pretendiamo consapevolezza da un 16enne che giustamente penserà alle ragazze e allo sport?

Rimpiango il tempo in cui il cristianesimo lo si viveva senza pensarci, e credere era naturale come respirare. Ora la fede è diventata procedurale e cartacea, tocca chinarsi sui libri: a Bolzano i cresimandi saranno obbligati a frequentare un corso di «almeno 12 mesi».

Spero che questi ragazzi non scappino tutti alla prima giornata di sole, anche perché, francamente, faticherei a biasimarli.

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