Non invita l'imam: la scuola cristiana rischia la chiusura

Regno Unito. Gli ispettori ministeriali accusano: "Violate le norme sulla tolleranza"

Non invita l'imam: la scuola cristiana rischia la chiusura

Una scuola definita «buona» può trasformarsi all'improvviso in appena «sufficiente» se non t'invita l'imam a lezione. È capitato nel Regno Unito della tolleranza, ad una piccola scuola cristiana indipendente della contea di Londra, come raccontava ieri il quotidiano The Daily Telegraph senza svelare però il nome dell'istituto. La storia è breve. In seguito ad un'ispezione dell'Ofsted, l'organismo governativo preposto al controllo delle scuole inglesi, i dirigenti dell'istituto si erano sentiti dire che il loro comportamento aveva violato le nuove regole sull'insegnamento dei valori britannici, in particolare quelle in materia di tolleranza erano al di sotto degli standard previsti. Per questo motivo il preside era stato avvertito che la scuola sarebbe stata retrocessa nella graduatoria di merito e che, se in futuro la situazione non fosse cambiata, avrebbe rischiato la chiusura. Ma cos'avevano fatto di così grave gli insegnanti e i coordinatori scolastici? Non avevano invitato un rappresentante della religione islamica ad assistere o a tenere una lezione nella loro scuola. Tutti i dettagli della vicenda sono stati illustrati in una lettera inviata al ministro dell'Istruzione Nicky Morgan dal Christian Institute che rappresenta l'istituto in un caso senza precedenti. Gli zelanti ispettori ministeriali avevano già fatto parlare di sè ma mai si era giunti alla minaccia di chiusura di una scuola. E pensare che il nuovo regolamento di cui si parla era nato proprio per combattere l'estremismo religioso nelle scuole, in particolare quello islamico. In teoria nulla da dire. Non c'è niente come l'insegnamento della tolleranza e della conoscenza reciproca che tenga lontano lo spettro del radicalismo. Ma il sistema non funziona quando lede i valori degli altri. Il Christian Institute ha sentito in questi mesi diverse lamentele sulle ispezioni dell'Ofsted presentate anche da scuole ebraiche in cui gli ispettori avevano chiesto agli studenti se avessero affrontato adeguatamente argomenti come l'omosessualità e i sistemi anticoncezionali. «Le nuove regole ledono i diritti degli alunni e delle loro famiglie - ha spiegato il legale della scuola nella lettera al ministro - e costringono spesso gli stessi ispettori ad agire in un modo che non rispetta l'etica delle scuole religose. Se questo era il modo pensato per combattere il radicalismo ebbene, avete fallito in pieno».

«Le nuove linee guida ministeriali - ha fatto sapere un portavoce dell'Ofsted - vogliono solo assicurarsi che le scuole provvedano a un'educazione bilanciata che prepari i ragazzi ad accettare anche le fedi diverse dalla loro».

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