"Non lasciamo sfollati in tenda e immigrati negli alberghi"

Bertolaso: "Servono 10 anni per tornare a casa"

"Non lasciamo sfollati in tenda e immigrati negli alberghi"

Roma Ha guidato la Protezione Civile per quasi nove anni, tenendo la barra a dritta attraverso anni segnati da tragedie come il terremoto di San Giuliano di Puglia ed eventi di massa come i funerali di Papa Giovanni Paolo II. Poi la sua carriera è andata a sbattere contro l'inchiesta sugli sprechi del mancato G8 alla Maddalena e quella che ha visto al centro della bufera la Commissione Grandi Rischi per il terremoto dell'Aquila. Guido Bertolaso è tornato a fare il medico in Sierra Leone. «Sono qui per dare una mano, curare i bambini. Questo Paese è stato duramente colpito da Ebola lo scorso anno ed è già dimenticato», dice Bertolaso che no, non vorrebbe essere nei luoghi del terremoto in questo momento perché chi c'è, gli uomini della Protezione civile stanno operando per il meglio. «Non c'è bisogno di me chi mi ha sostituito sta agendo bene - dice - Nella fase della primissima emergenza la macchina della Protezione Civile è ben rodata. La preoccupazione è per quello che accadrà tra qualche settimana, si dovranno sistemare 4/5.000 sfollati che certamente non possono restare in tenda per più di un tre o quattro settimane».

Per i più fortunati, ipotizza Bertolaso, la soluzione si troverà a casa di parenti o amici. «Per tutti gli altri è impensabile che possano tornare presto nelle loro case, anche in quelle che non sono crollate ma che dovranno comunque essere messe in sicurezza completamente - prosegue - Va trovata una valida soluzione alternativa, moduli prefabbricati che siano più confortevoli dei container ma che comunque rappresentano soltanto un passaggio verso la sistemazione definitiva».

Il premier Matteo Renzi ha promesso che la ricostruzione «non sarà come all'Aquila». Non ci sarà una new town ma si tornerà a vivere «in questi borghi così belli». Promessa demagogica secondo Bertolaso. «Ma se ci sono soltanto macerie? - obietta- L'Aquila non era stata rasa al suolo come Amatrice e e le difficoltà sono state enormi. Dopo il terremoto del '97 in Umbria e nelle Marche ci sono voluti dieci anni perché i cittadini tornassero nelle loro case. Renzi non vuole fare come all'Aquila? Bene noi all'Aquila abbiamo sistemato 25.000 sfollati in modo dignitoso con un lavoro straordinario. Le promesse di Renzi sono pura demagogia. Ho paura che quelle persone tra un mese saranno già dimenticate perché dal punto di vista elettorale non contano nulla».

Qualcuno ha fatto notare che ci sono migranti in attesa dello status di rifugiato sistemati in albergo mentre i terremotati rischiano di passare molto tempo in tenda. «Si tratta di situazioni drammatiche. Io mi trovo qui in Sierra Leone perché penso che occorre dare speranza a queste persone qui a casa loro. - dice Bertolaso -. Detto questo i terremotati sono cittadini non di serie A ma da Champions e dunque vanno trattati al meglio. Sarebbe inaccettabile vedere migranti in albergo e i nostri terremotati in tenda: la priorità va agli sfollati». Dopo l'Aquila e tutte le polemiche sull'inchiesta sembra che anche in Italia tutti abbiano capito che è impossibile prevedere i terremoti.

«Sì ma purtroppo si è capito sulla pelle di gente per bene. L'unico modo per difendersi è la prevenzione questo terremoto non è stato violentissimo. In Giappone per una magnitudo 6 neanche si alzano dal tavolo. Tutto questo non doveva accadere».

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