Non si decide il sapere per alzata di mano

Non si decide il sapere per alzata  di mano

Forse non tutti i millenials (i nati intorno agli anni Zero) sono al corrente che il sapere esisteva anche prima di internet e di Wikipedia, l'enciclopedia on line. A quei tempi, gli uomini si recavano in grandi edifici pubblici noti come biblioteche. Qui trovavano migliaia di libri che potevano consultare in loco o addirittura prendere in prestito. I migliori studiosi erano costretti ad approfondire le proprie ricerche. La pubblicazione di un libro era il risultato finale di un lunghissimo impegno. Gli allievi erano abituati a sottolineare le parti più importanti dei volumi per organizzare il pensiero e ricordare meglio i dati. Tutto questo è ormai vecchiume. Oggi si vive con l'illusione di avere la conoscenza in tasca. Apri lo smartphone, cerchi con Google, apri Wikiedia e via. Inutile memorizzare noiosi teoremi e bizzarre regole di grammatica. Il mondo prima di internet era molto più faticoso ma aveva ottenuto apprezzabili risultati per alcuni millenni. In linea di massima, ci si poteva fidare di quello che c'era scritto nelle enciclopedie di carta, imprese ciclopiche in cui si raccoglieva e sistematizzava il sapere. La stesura delle singole «voci» era affidata a esperti. Altri tempi. L'enciclopedia on line, nata dalla collaborazione di chiunque abbia voglia di aggiungere o correggere una voce, è invece perfetta per la nostra epoca, dove tutti sono specialisti di tutto, dal calcio all'oncologia, e il tweet di un incompetente vale tanto quanto la monografia di un premio Nobel.

Il progetto di Wikipedia poggia su una doppia convinzione: la quantità, superata una certa soglia di informazioni, si trasforma automaticamente in qualità; il sapere collettivo è superiore a quello individuale. Purtroppo non è vero. La scienza, come la letteratura del resto, non è democratica: non si decide per alzata di mano come stanno le cose.

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