«Questo matrimonio non s'ha da fare». Ci hanno provato in tutti i modi i genitori di una ventenne a evitare che la figlia sposasse un uomo di ventotto anni più grande. Ma avendo fallito nel loro intento, hanno trasformato il genero in un bersaglio da annientare. E non avendo ottenuto alcun effetto con minacce, soprusi, umiliazioni, sono passati ai fatti e hanno pagato due criminali per sfregiarlo con l'acido, provocandogli gravi ustioni al volto.
Così una coppia di genitori separati, ma uniti nello stesso intento delittuoso, è finita in prigione con l'accusa di lesioni gravi, maltrattamenti e stalking.
I carabinieri della compagnia di Poggibonsi hanno arrestato la donna, 45 anni, siciliana, residente a Certaldo (Firenze) e l'ex coniuge cinquantaquattrenne, che abita a Torino ma ha origini calabresi, con un grave precedente per omicidio.
I due genitori già dall'inizio avevano cercato di ostacolare la relazione della ventenne con l'uomo, infastiditi dalla notevole differenza d'età. Ma quando tre anni fa la coppia ha fatto il grande salto, è piombata in un vero e proprio incubo. Per il novello sposo, infatti, è iniziata un'impressionante catena di persecuzioni, danneggiamenti alla macchina, sempre accompagnati dalla scritta «pedofilo», insulti di ogni tipo e con qualsiasi pretesto.
La situazione è precipitata il 23 febbraio scorso. Mentre il quarantottenne si trovava a bordo della sua auto a San Gimignano, è stato affiancato da uno sconosciuto, che da un'altra vettura gli ha lanciato contro dell'acido gridando «pedofilo». Il poveretto si è difeso sollevando un braccio, mentre l'esecutore materiale è fuggito. Non è stato ancora individuato, ma i mandanti sono più che mai certi. Ferito in modo non grave ma terrorizzato, ha convinto la moglie a trasferirsi da alcuni suoi parenti a Torino, la stessa città dove risiede il padre di lei, pensando di sfuggire ai folli piani dei suoceri.
Ma non è bastato. Lo scorso 19 aprile l'aggressione si è ripetuta, questa volta nel capoluogo piemontese. Le conseguenze, però, sono state più gravi. La vittima è stata centrata al volto, riportando danni permanenti e anche la giovane moglie è stata minacciata. Sette minuti dopo l'agguato il padre ha scritto alla figlia: «Prepara l'abito nero».
Un messaggio inequivocabile. Così è bastato poco ai carabinieri di Poggibonsi, agli ordini del maggiore Sergio Turini, per trovare intercettazioni telefoniche e prove «schiaccianti» a carico dei due coniugi e per loro sono scattate le manette. La donna è stata richiusa nel carcere fiorentino di Sollicciano, l'ex marito a Torino.
Il procedimento penale è stato assunto per competenza dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale del capoluogo piemontese, in quanto l'episodio più grave è avvenuto proprio lì e i due sposi sono stati trasferiti in una residenza protetta in Toscana, dove rimarranno fino a quando non verranno individuati gli autori materiali delle due aggressioni.
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