Cronache

"Noventa strangolata e gettata nel fiume" La pista della gelosia

È l'ipotesi degli inquirenti. Smontati l'alibi del ballerino sotto accusa e una messa in scena per depistare

"Noventa strangolata e gettata nel fiume" La pista della gelosia

Quel piumino bianco indossato col cappuccio in testa per ingannare le telecamere ha tradito l'assassino e le sue due complici. Questa è la tesi della polizia di Padova, che dopo avere passato al setaccio tutti i filmati di 61 telecamere disseminate nelle varie piazza della città, ha smentito il castello di alibi costruito da Freddy Sorgato, 45 anni, autotrasportatore e ballerino, della sorella Debora, 44 anni, e dell'intima amica, la tabaccaia Manuela Cacco, 55 anni. Nella notte tra il 15 e il 16 gennaio l'uomo avrebbe ucciso, probabilmente soffocandola, Isabella Noventa, la segretaria 55enne con cui aveva una relazione, come dire, aperta.

Storia intricata, passioni violente. E alla fine l'esplosione dell'ira, con Freddy il ballerino, sempre circondato dalle donne ma con un debole per quella che invece preferiva un legame aperto, appunto, che l'aggredisce, stringe le mani attorno al collo e stringe, fino a trovarsela morta tra le mani. E poi inscena una scomparsa volontaria della donna, ipotesi che regge per un mese e poi crolla grazie alla meticolosità delle indagini condotte su un puzzle di filmati sgranati. Così almeno pensano il capo della Mobile di Padova, Giorgio Di Munno, e il pm Giorgio Falcone che ha disposto i tre fermi.La sera del 15 gennaio, verso le 20, il ballerino va a cena con la segretaria in una pizzeria vicino a casa di lei. Il ristoratore dirà che fra i due non ha notato niente di particolare. Un paio d'ore dopo la coppia va a casa di lui. Ed è qui, sospetta la polizia, che Freddy Sorgato l'avrebbe uccisa. E poi, è l'ipotesi, sarebbe stata gettata nel fiume del Brenta. In verità, fino all'altro giorno aveva retto la versione del ballerino. E cioè che verso mezzanotte erano usciti di nuovo di casa e lei gli avrebbe chiesto di lasciarla in piazza Insurrezione perché aveva un appuntamento. «Il nostro era un rapporto così - aveva spiegato il ballerino alla polizia - e io non ho fatto domande».

Architrave di questa versione, evidentemente costruita a tavolino che ora costa a tutti l'accusa di omicidio premeditato, è quel piumino bianco che verrà ripreso, mentre scende dall'Audi dell'uomo, dalle telecamere sistemate lungo il percorso indicato alla polizia fino a piazza Indipendenza. Il piumino che era di Isabella Noventa e che, per un mese, ha fatto pensare che la segretaria avesse scelto di andarsene. Peccato che sotto quel piumino non ci fosse Isabella, ma Manuela Cacco, tabaccaia di Camponogara, anche lei ballerina e amica di Freddy. Così stretta da non esitare nel dargli una mano a «nascondere» il delitto. Aveva tirato su il cappuccio, cosa che Isabella non faceva mai, dettaglio che i parenti della segretaria avevano fatto notare ai poliziotti. «Non cammina così, non è lei, non mette il cappuccio in testa e quelle scarpe non sono sue». La donna che indossava il piumino bianco era la tabaccaia. Che, messa alle strette, avrebbe confessato: «Sì, ero io». Gli altri negano.

Si cerca ancora il corpo della vittima.

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