Nella partita sul Mes, il M5s rimanda la palla nella metà campo del Pd. I Cinque stelle alzano un muro. E respingono (per ora) la pressione di Italia Viva e democratici che chiedono alla maggioranza di accedere ai 37 miliardi messi sul tavolo con il fondo salva-Stati. Ma intanto nel Movimento scoppia la rissa sui soldi. Il virus avanza: il governo Conte valuta se ricorrere al Mes per coprire le spese le sanitarie. I Cinque stelle restano sul no. Posizione ribadita ieri: «Molte Regioni non hanno ancora adeguato il numero necessario dei posti in terapia intensiva: i nostri alleati di governo pensino a sollecitare i loro presidenti prima di fare continue pressioni sul Mes», attacca in un post su Facebook il Movimento 5 Stelle che rilancia un contenuto pubblicato dal vice capogruppo alla Camera, Riccardo Ricciardi.
È la linea ufficiale dei 5 stelle. Non ci sono crepe. Almeno in pubblico. Ribatte Matteo Ricci, sindaco del Pd di Pesaro: «Trecento sindaci chiedono il Mes. Chi è in prima linea, come i tanti amministratori in trincea, sa bene che ora è il momento di rafforzare la rete di prevenzione e cura nei territori, nelle città, nei piccoli comuni, nelle aree interne, specie per gli anziani e per le persone più fragili», spiega al Tg1. Mentre non usa giri di parole Stefano Pedica del Pd: «Il ministro Patuanelli fa capire che la posizione del M5s sul Mes non cambia, Conte fa finta di niente e non affronta l'argomento, Zingaretti dopo tanto minacciare ora tace. O si vota sì al Mes subito o si esce dal governo». I 5 stelle provano a ricompattarsi sul Mes. Ma si azzuffano sui soldi. Il ministro degli Esteri Luigi di Maio - nel corso della registrazione Accordi&Disaccordi - mette nel mirino l'associazione Rousseau: «Agli attivisti e ai territori non arriva un euro. La cassa deve gestirla il Movimento». Davide Casaleggio bolla come fake le parole di Di Maio: «Rousseau è la cassa del Movimento. Falso. L'importo che viene versato all'associazione Rousseau è di circa 1 milione e 300 mila euro all'anno e viene utilizzato per garantire oltre 22 servizi essenziali a 170mila iscritti e a 2mila eletti tra i quali la tutela legale per Garante e Capo politico (attuale e precedente) mentre non è vero che agli attivisti non arriva un euro. Sono circa 3 milioni di euro all'anno destinati alla comunità del Movimento (attivisti e portavoce)». E mentre si litiga, spunta fuori l'ipotesi di un compromesso: nei giorni scorsi Casaleggio avrebbe proposto al capo politico reggente Vito Crimi la bozza di un contratto di servizio: l'entità della cifra richiesta, secondo quanto apprende l'AdnKronos da fonti M5s di primo piano, si attesterebbe su 1 milione e 200mila euro l'anno. Secondo le stesse fonti, il numero uno di Rousseau avrebbe posto anche dei paletti, chiedendo la possibilità di vagliare preventivamente i contenuti postati sul Blog delle Stelle.
Crimi, spiegano le stesse fonti, avrebbe presentato la proposta di Casaleggio al garante Beppe Grillo e ai big del Movimento: da Paola Taverna a Luigi Di Maio, da Roberto Fico e Roberta Lombardi. La proposta sarebbe stata bollata come irricevibile.
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