Cronache

Omicidio Rega, Elder Lee: "Sono stufo degli italiani. Mi fanno venire la nausea"

La conferma arriva da un'intercettazione del 2 agosto nel carcere di Regina Coeli. Inoltre, il ragazzo racconta al padre che i due agenti avevano mostrato i loro distintivi

Omicidio Rega, Elder Lee: "Sono stufo degli italiani. Mi fanno venire la nausea"

Finnegan Elder Lee ha detto al padre di essere stanco degli italiani. E ha aggiunto che gli fanno venire la nausea. La conferma arriva da un dialogo intercettato nel carcere di Regina Coeli in cui Lee parla con il padre e il suo amico legale. Inoltre, il ragazzo sapeva che si trovava davanti a un carabiniere, così come l’amico Christian Gabriel Natale Hjort. Cade quindi una delle tante bugie raccontate dai due americani indagati per l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, assassinato nella notte tra il 25 e il 26 luglio nel quartiere Prati a Roma, mentre era in servizio con il collega Andrea Varriale. La Procura della Capitale ha chiesto il giudizio immediato per i due ragazzi. I reati contestati sono tentata estorsione, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e concorso in omicidio.

Come riporta Il Tempo, Cerciello e Varriale avevano dunque mostrato i loro distintivi e la prova arriva da un’intercettazione del 2 agosto nel carcere di Regina Coeli in cui Elder sta parlando con il padre e l’amico arrivato dagli Stati Uniti per fargli da consulente legale. Nella conversazione il ragazzo racconta di aver visto due sbirri “uno dei quali più basso. Erano rivolti nella direzione opposta - prosegue Elder -. Sono venuti dietro a noi, alle nostre spalle. E la macchina militare era qui”. Dalle telecamere di videosorveglianza di un bar davanti all’ingresso dell’hotel dove alloggiavano i due amici, si nota gli americani che si nascondono dietro alle auto parcheggiate mentre sta arrivando la Fiat Punto sulla quale c’erano Cerciello, Varriale e Sergio Brugiatelli, il mediatore dei pusher a cui i due ragazzi avevano rubato lo zaino. Stando a quanto riportato dai Carabinieri, sembra sia stato proprio Hjorth a riconoscere la vettura degli agenti e a segnalarla all’amico. Inoltre, è probabile che la stessa macchina sia stata vista dai due indagati quando è arrivata la pattuglia in piazza Mastai, a Trastevere, quindi nella fase precedente all'omicidio. Sempre stando alle ricostruzioni dei Carabinieri, quando la vettura dei militari arriva a Prati poteva essere riconosciuta dai due ragazzi perché in precedenza l’avevano notata a Trastevere.

Tornando al dialogo intercettato in carcere, l’amico avvocato chiede a Elder come sta andando la vita in carcere. E la risposta del ragazzo è chiara. Sottolinea di “essere così stufo di sentire parlare in italiano tutto il giorno. Mi fa venire la nausea sentirli. Vorrei dei tappi per le orecchie”. A quel punto il padre lo rassicura e gli dice di aver speso un certo importo, "qualche migliaio di dollari.

Dobbiamo inviare una lettera al Presidente (forse Donald Trump ndr) a nome di Finnegan Elder".

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