Ora la Campania di De Luca chiede più autonomia al governo

Approvata in consiglio la mozione che autorizza il governatore a "trattare" col governo per ampliare i poteri su sanità e beni culturali. "Superare le difficoltà storiche del Sud"

Ora la Campania di De Luca chiede più autonomia al governo

La Campania di De Luca si prepara a chiedere più autonomia allo Stato sui temi della sanità, della tutela dell’ambiente e del patrimonio paesaggistico e culturale. Il consiglio regionale, nella seduta di ieri, ha approvato la mozione che, sostanzialmente, avvia le trattative fra il governo centrale e il presidente della giunta, Vincenzo De Luca. Che, da parte sua, già aveva scritto in merito al ministro degli Interni Marco Minniti chiedendogli di aprire un tavolo di lavoro proprio sulla questione. E "avvicina" la Campania alle Regioni del Nord.

La mozione è stata presentata dal Partito democratico che, con il presidente della commissione Bilancio Franco Picarone, parla di “sfida lanciata dalla Regione Campania per l’efficacia e l’efficienza delle politiche pubbliche al governo e alle altre Regioni” e della rivendicazione della “capacità di governo della propria classe politica attuale”. Ma ci sono anche altri motivi che hanno spinto i democrat campani a imboccare la via dell’autonomia: “Garantire i principi di rigore amministrativo e di trasparenza, di efficienza e correttezza gestionale, superando, così, la logica della spesa storica che condanna il Sud a permanere nelle sue difficoltà – ha spiegato Picarone –, si tratta di un tema centrale che riguarda la questione dei residui fiscali, sulla quale è stata fatta una campagna politica fuorviante ed avversa al Sud, e della perequazione regionale che, ad oggi non è stata realizzata. Il Sud continua ad essere penalizzato”.

Il provvedimento ha incassato anche l'adesione del centrodestra, seppur con qualche distinguo. E l’ex governatore Stefano Caldoro, nel suo intervento, ne ha spiegato le ragioni: “La mozione è condivisibile nei suoi obiettivi, ed infatti voteremo a favore del dispositivo ma non delle premesse; è un atto simbolico perché, ad oggi, nulla è stato prodotto nella direzione del conferimento di maggiori funzioni alla Campania”. E quindi: “Va affrontato il tema della perequazione e della garanzia dei livelli essenziali delle prestazioni, che sono diritti sanciti dalla Costituzione, e, se non vengono garantiti, come accade oggi, è possibile l’intervento sostitutivo delle Regioni. Sono queste le grandi partite da giocare per il Sud – ha sottolineato –, la Costituzione prevede la possibilità di costituire organi comuni per l’esercizio di funzioni delegate, un’esperienza interessante di gestione che va verso la macro area e si muove anche nell’ottica della grande riforma costituzionale delle macro regioni”.

Sulle barricate, invece, il Movimento Cinque Stelle che invece ne ha chiesto il ritiro parlando di “vuota propaganda

elettorale che offende l’intelligenza dei campani perché viene proposta da una Regione che ha un debito di cinque miliardi e che ha totalmente fallito soprattutto nei settori nei quali chiede il conferimento di nuove funzioni”.

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