Conte vede i vicepremier. Ma Di Maio e Salvini si evitano

A tre giorni dal voto europeo, resta il gelo tra gli alleati: entrambi a Palazzo Chigi, ma vedono il premier separatamente

Conte vede i vicepremier. Ma Di Maio e Salvini si evitano

A ormai 48 ore da un voto che rischia di cambiare gli equilibri di governo e con un leader del M5S processato dal suo partito, resta il gelo tra le due forze di maggioranza. Forse per la prima volta da quando è a Palazzo Chigi, Giuseppe Conte vede i suoi vicepremier uno dopo l'altro. Non un vertice a tre - come al solito - ma due colloqui distinti che sanciscono il gelo tra i due alleati.

Il primo a entrare nello studio del presidente del Consiglio è Matteo Salvini. Il leader della Lega parla con il premier per due ore dopo che ieri - forte del 34% conquistato alle urne - aveva dettato la sua road map per la cosiddetta "fase 2". Il ministero dell'Interno non ha rilasciato dichiarazioni, ma è probabile che i temi sul tavolo siano stati quelli snocciolati ieri. A partire da una flat tax al 15% da 30 miliardi e una linea più dura nei confronti dell'Europa. Ieri sera il premier aveva frenato sottolineando che "non abbiamo ancora iniziato a discutere di manovra e riforma fiscale".

Solo quando il vicepremier leghista ha lasciato Palazzo Chigi - cioè poco dopo le 11 - è arrivato Luigi Di Maio, anche lui a colloquio con Conte per un paio d'ore. Fonti governative rivelano all'Adnkronos che non ci sarà nessun vertice a tre, né tantomeno un Consiglio dei ministri fino a che non sarà terminato il voto su Rousseau previsto per domani e che rimette in discussione il ruolo del ministro grillino nel movimento e nel governo.

Il premier non si sente "commissariato", ma conferma il suo ruolo di arbitro. Ieri aveva rimarcato come si fosse guardato bene dal rivelare per chi ha votato. Ma è chiaro che un ribaltamento di forze così forte da parte delle urne in un solo anno di governo non può che cambiare le carte in tavola. Tanto che c'è chi - come Ignazio La Russa - che fa notare come Conte rischi di trasformarsi da "avvocato del popolo" a "giudice del divorzo" tra Lega e M5S.

Dopo aver visto separatamente i due vicepremier, comunque, Conte è salito al Quirinale per un incontro con il Capo dello Stato Sergio Mattarella. Poi ha rivelato di aver avuto "lunghi colloqui" per valutare "gli esiti dell'ultima consultazione elettorale, sulla nuova composizione del Parlamento europeo e sulle procedure di nomina nelle Istituzioni europee". Il premier parla di un confronto "serio e approfondito" che ha avuto come scopo quello di "operare una ricognizione delle varie misure che tornano utili a rilanciare l'azione di governo".

"Ho raccolto le indicazioni dei vicepresidenti sulle misure di governo che stanno a cuore alle rispettive forze politiche e, per parte mia, ho riassunto le varie iniziative e i vari provvedimenti che giudico assolutamente strategici per il bene del Paese", ha chiarito.

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