Ora l'Ue ci concede 36 miliardi ma 14 sono soldi degli italiani

Stallo all'Eurogruppo su eurobond e Mes. Il meccanismo del Fondo Salva Stati potrebbe concederci 36 miliardi di euro, ma più di un terzo ce lo abbiamo messo noi

Ora l'Ue ci concede 36 miliardi ma 14 sono soldi degli italiani

Mentre la pandemia di coronavirus continua a dilagare in Europa si continua a litigare. In questa emergenza sanitaria ed economica causa dal Covid-19 l'Unione Europea è stata colpevolmente assente e per certi versi spettatrice, paradossalmente, quasi impotente di quanto stesse accadendo, e di quanto tuttore succede.

A fronte delle richieste di maggior flessibilità e di un aiuto finanziario concreto da parte dell'Italia e di altri paesi del Sud, sono arrivate le risposte dure in nome del rigore e dell'austerità sempre e comunque da parte dei falchi dell'austerity, appunto, del Nord. Ecco perché l'Eurogruppo è in stallo: i ministri delle Finanze non riescono a trovare un accordo sui eurobond – che ai fan del rigore non piacciono - sul Mes, il controverso Fondo Salva Stati.

La riunione dell'Eurogruppo è durata sedici ore e si è conclusa con un nulla di fatto e con posizioni cristallizzate: tutto rimandato a domani, giovedì 9 aprile. Da un lato nove Paesi come l'Italia e la Spagna che chiedono l'emissione di titolo del debito comuni e un Mes elastico e senza condizionalità, dall'altro i rigoristi capitanata dai Paesi Bassi, che impongono un Mes senza condizioni e bocciano in toto gli eurobond, di fatto bloccando del tutto i lavori. Nel mezzo chi c'è? L'asse franco-tedesco, che cercano di mediare tra le due posizioni, per arrivare a una sintesi.

Ma un Mes senza condizioni rischia di essere sostanzialmente un suicidio per il Belpaese, oltre che una sicura presa in giro. Il motivo? Degli appena 36 miliardi di aiuti che l'Ue concederebbe all'Italia, 14 sono soldi già versati degi italiani (!), visto che rientrano nei soldi che il governo di Roma, come ogni Stato membro, versa per la costituzione del fondo stesso.

A sottolineare la stortura, puntando il dito contro gli alti papaveri Ue, il capodelegazione di Fratelli d'Italia al Parlamento Europeo, Carlo Fidanza: "Lo stallo dell'Eurogruppo rischia di far perdere ulteriore tempo su strumenti finanziari di scarsa portata. Ci si accapiglia su un fantomatico Mes senza condizioni quando tutti sanno che questo non potrà esistere, le condizioni ci saranno eccome e spetterà poi al governo Conte decidere se consegnarci mani e piedi per anni a Berlino e Bruxelles per 'soli' 36 miliardi, di cui 14 sono soldi degli italiani già versati".

Ma non è finita qui, visto che l'esponente all'Europarlamento del partito di Giorgia Meloni affonda il colpo anche contro la bozza di eurobond che si sta discutendo: "Così come ci si straccia le vesti per un abbozzo di 'recovery bond' che nella migliore delle ipotesi altro non saranno che un fondo modello Sure, di scarsa entità ma con la richiesta di elevate garanzie e con minimo effetto leva. In questo quadro deprimente non resta che prendere atto che l'Unione Europea è incapace di una risposta comune e si deve limitare a consentire a ciascuno di spendere le proprie risorse senza venire strangolato dalla speculazione".

E a tal proposito, invece, Fidanza propone un'altra soluzione, peraltro avanzata dall'ex tre volte titolare del Mef Giulio Tremonti: "L'Italia preveda subito un'emissione straordinaria di titoli di stato a lunghissima scadenza e a zero tasse e la Banca Centrale Europea si impegni a garantirli".

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