"Ora serve l'immunità. La Fase 2 non diventi un processo a tutti"

Il senatore azzurro: "Scudo penale per medici e dirigenti che hanno affrontato l'emergenza"

"Ora serve l'immunità. La Fase 2 non diventi un processo a tutti"

Senatore Massimo Mallegni, lei si è schierato apertamente a fianco degli operatori sanitari che rischiano di essere travolti dalle azioni giudiziarie.

«Certo, finora abbiamo ascoltato tante belle parole a sostegno dei medici, dei dirigenti e degli operatori sanitari, ma ci vuole poco per trasformare gli eroi di oggi negli imputati di domani. Come ha scritto giustamente il direttore Sallusti è un film già visto, si colgono già segnali chiari di quanto potrebbe accadere e bisogna tenere alta la guardia».

Forza Italia voleva presentare un emendamento che poi è stato ritirato. Per quale motivo?

«Noi avevamo chiesto di escludere ogni responsabilità civile e penale per chi si è occupato di questa emergenza. Ci è stato chiesto di ritirarlo perché ci è stato detto che ci sarà una proposta generale in tal senso. Per noi è un imperativo salvaguardare il personale che rischia di finire dentro la ragnatela della giustizia».

A quali comportamenti fate riferimento?

«Tutti sono andati generosamente oltre i loro compiti e in un certo senso anche oltre le regole pensate per una situazione di normalità. Sono stati creati reparti ex novo nel giro di poche ore, imposti orari non regolari, adattate le competenze disponibili. Uno sforzo generoso fatto a favore del paziente senza pensare di poter incorrere in ripercussioni. Oggi addirittura leggiamo che alcuni avvocati avrebbero offerto il gratuito patrocinio per cause contro i medici. Fortunatamente l'Ordine degli Avvocati si è schierato contro questa iniziativa».

Passiamo ai dl Cura Italia e Liquidità. Perché il governo è dovuto ricorrere alla fiducia?

«Il governo ha presentato un decreto invotabile e nonostante il presidente Conte avesse promesso ascolto e concertazione, c'è stata una chiusura totale. Consideri che è stato approvato un solo nostro emendamento sui 208 da noi presentati, nonostante il grande lavoro di Annamaria Bernini».

Come si spiega questo atteggiamento del governo?

«Sinceramente l'impressione è quella di avere a che fare con dilettanti allo sbaraglio, incompetenti seriali. In Toscana c'è un modo di dire: Com'erano i tortelli? Buoni, me l'ha detto uno che li ha visti mangiare. L'impressione è di avere a che fare con persone che trattano la materia del lavoro senza aver mai avuto un dipendente, persone che confondono gli F24 con gli F35».

Cosa contestate al decreto?

«In tutto ci sono 984 milioni a copertura delle garanzie dello Stato per i prestiti presi dal Fondo di riserva. Basta prese in giro, basta bluff sulla pelle degli imprenditori italiani, il dl liquidità è un imbroglio. La situazione è drammatica, basti pensare che l'Inps non ha ancora neppure erogato la cassa integrazione».

Quali sono le vostre richieste che sono state respinte?

«Avevamo chiesto liquidità per le imprese e flessibilità per un sistema come quello italiano che è fatto di Pmi.

Abbiamo chiesto i voucher per agricoltura e turismo, abbiamo chiesto di rivedere il decreto dignità che ha ingessato il Paese e un fondo di 2 miliardi e mezzo per il turismo. Ci rendiamo conto che un settore che genera 232 miliardi di fatturato, il 13,2% del Pil e 3 milioni e mezzo di occupati ora è azzerato? Se non dai soldi adesso, ne vai a spendere di più dopo per la cassa integrazione».

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