Roma - Nel giorno delle consultazioni quirinalizie, Fratelli d'Italia si appunta sul petto il distintivo della coerenza. E alla Vasco Rossi maniera fa risuonare a mo' di slogan il proprio «siamo solo noi», riferito al desiderio di tornare il prima possibile a dare la parola agli italiani.
«Alla fine siamo solo noi di Fratelli d'Italia a chiedere come prima opzione il voto. Il Pd lavora all'intesa con il M5s; il M5s cerca un'intesa con chiunque, pur di rimanere al governo. Forza Italia preferisce trovare in Parlamento i numeri per un governo di centrodestra. A sorpresa la Lega apre a un nuovo accordo con il M5s. Un bazar che non fa bene alla politica e al quale Fratelli d'Italia non intende partecipare. Basta giochi di palazzo. Elezioni subito» dichiara Giorgia Meloni.
La delegazione di Fdi si intrattiene nella loggia della Vetrata per circa mezz'ora per convincere il capo dello Stato della necessità di sciogliere le Camere. Alla fine le parole della presidente di Fdi sono coerenti con quanto ripetuto nelle ultime settimane. «Le elezioni sono oggi l'unico esito possibile e rispettoso dell'Italia, dei suoi interessi e del suo popolo e l'esito più rispettoso della Costituzione. Avere un governo che ha la maggioranza in Parlamento ma non tra i cittadini lo considererei irrispettoso della democrazia. Non credo che i padri costituenti pensassero che il Parlamento si può organizzare in modo da mandare al governo persone che se si votasse andrebbero a casa. Se invece il presidente Mattarella dovesse scegliere l'ipotesi di un mandato allora forse bisognerebbe ripartire dalle elezioni del 2018 e affidarlo a un esponente di centrodestra perché sarebbe più affine alla volontà popolare». In caso di voto, comunque, ci sarebbe sicuramente un fronte comune formato da Fdi e Lega. «Ho sentito Salvini», assicura la Meloni, «Vedremo il ruolo di Forza Italia nelle prossime ore».
Infine parlando con Radio Rai 1 la leader del partito sovranista mette nel mirino la normalizzazione del M5s e la sua strategia del «tutto meno che il voto».
«Quello di Di Maio mi è sembrato il classico intervento dei due forni aperti, per il ciclo se mi devo vendere vediamo chi è il miglior offerente. I 5S volevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno e invece nella scatoletta di tonno ci si sono chiusi dentro».
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