All'assemblea di Sinistradem a Roma Gianni Cuperlo annuncia l'appoggio ad Andrea Orlando per la segreteria Pd. Orlando canta Bella Ciao, ma cita anche Papa Francesco e parla di un «Partito democratico e popolare». Il ministro della Giustizia dice di «essere di sinistra, ma di voler rappresentare tutto il Pd». E si propone, ancora una volta, come un candidato «inclusivo». Spiega Cuperlo: «Andrea è l'unico in grado di mettere in sicurezza il partito». Per la messa in sicurezza dei democratici c'è bisogno di un raggruppamento ampio, che comprenda anche l'anima cattolica e popolare del Pd. Gianni Cuperlo, i Giovani Turchi e tutta la sinistra non scissionista non bastano. Le voci di un soccorso bianco si rincorrono, sempre più insistenti: «La candidatura di Orlando si sta allargando a un fronte di estrazione popolare - dice un autorevole cuperliano - c'è una parte degli ex popolari che ha sempre mal digerito Matteo Renzi».
E circola il nome di Beppe Fioroni, che a breve potrebbe annunciare il suo sostegno al Guardasigilli. L'ex ministro della Pubblica Istruzione nell'ultimo governo Prodi era l'unico contrario in Direzione (fine febbraio del 2014) all'entrata del Pd nel Pse. Una svolta considerata dall'ex Ppi «un errore grave». Ora, invece, la possibile corsa insieme al «togliattiano» Orlando. Lo smottamento dei cattolici verso il ministro della Giustizia sarebbe particolarmente forte sulla città di Roma, con l'ex vicesindaco e ex deputato Enrico Gasbarra, pure lui di provenienza popolare, pronto a convergere sul Giovane Turco. Anche se le adesioni «non dovrebbero arrivare in blocco, ma con una serie di dichiarazioni singole e a titolo personale». Arriva così anche l'endorsement della giachettiana Ileana Argentin: «Ho informato Roberto Giachetti della mia scelta di sostenere Orlando, ma lui non mi ha risposto». E Fioroni? «Sta venendo con noi». Dalla Margherita, con trascorsi nei Giovani Popolari, arrivano i lettiani Marco Meloni e Alessia Mosca.
Mentre AreaDem di Dario Franceschini è sempre terremotata. La scelta ufficiale è quella di appoggiare Renzi, ma i franceschiniani sono una pattuglia dai numeri importanti, formata sia da ex Ds sia da ex Margherita, e non tutti sono convinti del sostegno all'ex premier e segretario uscente. Alcuni Giovani democratici sono tormentati e non sanno se puntare su Renzi o su Orlando. Dice uno di loro: «Emiliano continua a essere debole nella struttura del partito, lo stesso discorso vale per la giovanile, sostanzialmente divisa a metà tra Orlando e Renzi, con il primo in costante ascesa». Tra i transfughi di area moderata, invece, gira anche il nome di Nello Formisano, con trascorsi nella Margherita e nell'Idv. Monica Cirinnà cattolica non è ma di certo era renziana: «Non ho ancora deciso chi appoggiare» glissa, ma il sostegno a Matteo Renzi non è più una cosa scontata. Tra i toscani con Orlando c'è il senese Aldo Berlinguer, figlio di Luigi, ex assessore regionale esterno nella Basilicata del renziano Marcello Pittella, e già consigliere Mps. Il cuperliano Andrea De Maria, deputato di Bologna, annuncia con entusiasmo il supporto al ministro della Giustizia da parte del sindaco del capoluogo emiliano Virginio Merola, un altro che nel 2013 aveva scelto Renzi.
Tra gli obiettivi della mozione del Giovane Turco c'è quello di «cambiare tutte le regole interne del Pd, a partire dalle primarie aperte ai non iscritti, ma per farlo bisogna vincere il congresso». Nell'attesa, Orlando sfoglia la Margherita.
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