Ornano, la pasionaria delle toghe rosse

La giudice sarda segretaria di Area perpetua la tradizione politica di Md

Ornano, la pasionaria delle toghe rosse

È il congresso di corrente. E Maria Cristina Ornano va a briglia sciolta. Succedeva nel passato, esattamente come nei meeting dei partiti, accade anche oggi. Ma colpisce la disinvoltura con cui la leader di Area, un pezzo della magistratura e non del Pd o di Rifondazione, colpisce e affonda i partiti di governo, nominandoli in lungo e in largo. Ornano è il segretario nazionale di Area che a sua volta nasce dalla saldatura di due componenti della sinistra giudiziaria italiana: Magistratura democratica, vivacissima e storica casa di tante toghe rosse, e il Movimento per la giustizia, fondato sul finire degli anni '80 da Armando Spataro.

Ora c'è un nuovo contenitore, adattamento a questi tempi turbinosi e difficili, e le ultime generazioni scalpitano. A Roma, in platea, ci sono le icone, le facce riconoscibili che per un verso o l'altro hanno segnato le passate stagioni: il protagonismo mediatico della magistratura, le sue grandi battaglie, i duelli interminabili - a volte dalle solide motivazioni, in qualche caso sotto la spinta dell'ideologia - con la politica. Ecco Edmondo Bruti Liberati, Valerio Onida, Giovanni Maria Flick. Ma la relazione introduttiva spetta a lei: Maria Cristina Ornano, sposata, due figli, giudice al tribunale di Cagliari. Obiettivamente, sconosciuta ai più.

Ma questo è un problema che non riguarda solo lei: l'epoca dei Di Pietro, dei Caselli e delle Boccassini volge al termine. Oggi i giudici sono, almeno nella percezione collettiva, più defilati. Più distanti dalle prime linee della società, intasate dalle questioni dei migranti e della crisi economica. Potrebbe essere l'occasione per avviare una riflessione più pacata e distesa, anche perché fuori quel che arriva all'opinione pubblica non è proprio da incorniciare: lo scandalo innescato dall'inchiesta di Perugia, i sospetti imbarazzanti, il Csm semiparalizzato e sull'orlo di un regolamento di conti fra correnti, il nome di Luca Palamara spalmato tg dopo tg a mostrare non successi e manette ma trame di potere e meschinità. Ma l'opportunità non viene colta, forse perché i congressi di corrente, anche nei giorni in cui la lottizzazione degli incarichi è oggetto di feroci critiche, devono andare cosi. Ornano arringa come una pasionaria prestata da un'assise della sinistra piu' radicale. Nel suo curriculum racconta di essersi occupata di « criminalità organizzata, traffico di armi e stupefacenti, rapine e sequestri di persona». E ancora, il magistrato spiega di aver seguito numerosi procedimenti «per omicidio volontario, tratta e riduzione in schiavitù, pedopornografia e violenza sessuale». Ma la sua passione è la politica, da sempre un pallino delle toghe progressiste.

Negli anni '70 Md, la sigla da cui proviene e di cui è stata segretario regionale, predicava il superamento dello stato borghese. Ora l'avversario, sempre per conto del popolo italiano, è Matteo Salvini. E la sua linea «razzista e xenofoba». Testuale. I tempi cambiano, la storia si ripete.

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