La procura di Nola formalizza l'iscrizione nel registro degli indagati di Antonio Di Maio, padre del vicepremier Luigi Di Maio, con l'accusa di deposito incontrollato di rifiuti. Con la notifica dell'avviso di garanzia a Di Maio senior, i magistrati hanno confermato anche il sequestro di alcune aree nei terreni di Mariglianella su cui la polizia municipale ha scovato rifiuti speciali: scarti edili e materiale di risulta. Due passaggi formali, che il Giornale, il primo dicembre, ha anticipato: sono atti dovuti, alla luce del blitz dei caschi bianchi. Ora si attendono gli accertamenti dell'agenzia regionale campana per l'ambiente (Arpac) per caratterizzare i rifiuti, la cui rimozione è stata già intimata a Di Maio senior e alla sorella Giovanna, proprietari a metà del terreno. Il papà del vicepremier dovrà bonificare, a proprie spese, i terreni: un'operazione che neutralizzerebbe l'azione della Procura. Sull'inchiesta che vede coinvolto Antonio Di Maio, il legale di famiglia Saverio Campana precisa: «Una vicenda particolare e delicata rispetto alla quale ritengo opportuno mantenere riserbo professionale. Siamo in presenza di una ipotesi astratta. Se l'Arpac determinasse che sono rifiuti, la semplice rimozione determinerebbe l'estinzione automatica del reato».
Resta aperto l'altro filone: gli abusi edilizi, scoperti dopo un'inchiesta de Il Giornale. Il Comune di Mariglianella, dopo l'ispezione nei terreni di Di Maio senior, ha verificato la presenza di cinque manufatti. Per quattro non risultano titoli edilizi. La macchina amministrativa, per arrivare alla demolizione degli immobili abusivi, si è già attivata: alla famiglia Di Maio sono stati concessi 10 giorni per depositare eventuali controdeduzioni. Un iter segnato da un altro giallo: il 4 dicembre i vigili del Comune di Marigliano notificano gli atti ad Antonio Di Maio. Al 14 dicembre non risultavano depositate le controdeduzioni. Chiarimenti che, stranamente, sono stati consegnati nelle mani dei funzionari comunali alla scadenza dei termini e dopo un articolo del Giornale. Mentre c'è stato un ritardo nella notifica degli atti alla sorella, Giovanna Di Maio, che vive a Reggio Emilia.
La difesa della famiglia del ministro del Lavoro e Sviluppo economica punterebbe a dimostrare l'esistenza degli immobili già dagli anni 50. Ricostruzione lacunosa, sia alla luce dei documenti catastali (nei quali non risultano censiti) che da alcune foto satellitari. Ma ci sono altri due elementi che non aiutano i Di Maio: l'atto di compravendita dei terreni (anno 2000) che non fa cenno all'esistenza di immobili e l'iscrizione ipotecaria (2010) scattata solo sui terreni. Al netto dell'iter amministrativo, l'informativa della polizia locale è stata spedita alla Procura di Nola che attende ora le mosse di Di Maio senior prima di aprire un fascicolo.
I pm nolani hanno anche un altro fronte: il sequestro per presunti abusi edilizi di un cantiere edile a Marigliano di cui, come scritto da Repubblica nei giorni scorsi, risultava direttrice dei lavori la sorella del vicepremier, Rosalba Di Maio. Il pm ha convalidato il sequestro disposto dalla polizia locale di Marigliano diretta dal comandante Emiliano Nacar.
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