Il Palazzo pensa già a Bologna la madre di tutte le battaglie

Gennaio incandescente: dal summit sulla prescrizione al voto su Salvini. Le Regionali saranno lo spartiacque

Il Palazzo pensa già a Bologna la madre di tutte le battaglie

Le forche caudine di gennaio. Un calendario che semina difficoltà e prepara imboscate a raffica per il governo Conte. Insomma, il premier si gioca la testa in una ventina di giorni da infarto: quelli compresi fra il 7 gennaio, quando si terrà un difficile vertice sul tema incandescente della prescrizione, e il 26, data spartiacque per il voto in Calabria e soprattutto in Emilia Romagna. La maggioranza potrebbe uscire con le ossa rotte da questa successione di crash test, ma naturalmente il ragionamento può essere rovesciato: se Conte dovesse raggiungere senza incidenti la fine del mese, la sua coalizione guadagnerebbe forza e l'opposizione dovrebbe rassegnarsi a una lunga guerra di posizione.

Tutte le ipotesi sono aperte alla vigilia di questa serie di appuntamenti che riguardano milioni di elettori, ma anche la Consulta e la Giunta per le immunità del Senato. Si comincia dunque con il summit del 7 gennaio: la nuova legge di stampo giustizialista, targata Cinque stelle, è in vigore da ieri, ma i renziani sono sul piede di guerra, pronti a convergere sulle proposte di Forza Italia, e pure il Pd non condivide l'impostazione voluta dai grillini: l'imputato può rimanere in balia del processo anche tutta la vita. È l'ergastolo dell'attesa e il quadripartito scricchiola.

Nemmeno il tempo di indugiare su questa emergenza civile ed ecco altri due appuntamenti di natura tecnica ma dalla lettura politica: il 12 gennaio si chiude la raccolta delle firme per lanciare il referendum contro il taglio dei parlamentari. I numeri sono già stati raggiunti, ma qualche deputato o senatore potrebbe fare marcia indietro. E però se la sfida dovesse essere confermata, molti parlamentari potrebbero farsi tentare dall'idea di far saltare il Conte 2 e andare al voto al volo, anticipando la consultazione popolare per salvare le quasi mille poltrone ancora disponibili nel Palazzo.

Chissà. La maggioranza appare senz'anima e insieme infrangibile, l'opposizione pullula di responsabili pronti, come sempre accade, ad andare in soccorso del governo pur di restare a galla, in un ambiente sempre più liquido e dai confini evanescenti.

Il 15 gennaio, dopo soli tre giorni, ecco una nuova insidia per Giuseppi: la Corte costituzionale deve giudicare la richiesta della Lega di abolire la quota proporzionale del Rosatellum, spingendo il sistema verso un modello maggioritario che premierebbe la Lega, sempre oltre il 30 per cento in tutti i sondaggi. Ma il 20 in Giunta si apre un'altra partita delicatissima per gli equilibri del Conte 2 ma ancora di più per i destini di Salvini: si deve valutare la domanda del tribunale dei ministri di Catania di processare l'ex titolare del Viminale per la vicenda della nave Gregoretti. Con esiti imprevedibili e incerti per tutti.

Infine, il 26 gennaio ecco il grande salto nel vuoto: la sfida per l'Emilia, storica roccaforte rossa, difesa con le unghie e con i denti dal governatore Stefano Bonaccini. A Bologna sono nate le Sardine, l'opposizione dell'opposizione, nemiche dei sovranisti e della loro cultura tutta muscoli, mute invece come pesci davanti ai vaffa e alla violenza verbale di marca grillina.

Gli ultimi sondaggi vedono Bonaccini davanti alla sfidante Lucia Borgonzoni, ma la volata è ancora lunga e gli scenari fluidi.

Una vittoria del governatore uscente sarebbe il miglior antidoto a una crisi strisciante che accompagna il governo dalla sua nascita; ma una sconfitta sarebbe un de profundis per Conte: dopo Bologna a cadere sarebbe Roma.

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