Papà Tiziano, Lotti e i generali. Tutti i volti dell'inchiesta Consip

La presunta rete per indirizzare gli appalti nel mirino dei pm

Papà Tiziano, Lotti e i generali. Tutti i volti dell'inchiesta Consip

Tiziano Renzi, padre dell'ex presidente del Consiglio Matteo, è indagato dalla Procura di Roma per traffico di influenze illecite nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione. La notizia è ormai nota, balzata alle cronache dieci giorni fa. Ma i personaggi coinvolti nell'inchiesta di Roma sono almeno otto, tutti legati da un comun denominatore: sempre Tiziano Renzi. Una rete molto intricata di rapporti dove un nome porta ad un altro.

Il protagonista principale dell'inchiesta è l'imprenditore napoletano Alfredo Romeo, indagato a Napoli per tangenti date in cambio di appalti assegnati alle aziende della società, che aveva rapporti con «i' babbo», per una serie di commesse pubbliche da 2,7 miliardi di euro. Romeo è accusato di associazione per delinquere e corruzione così come il direttore Sourcing Servizi e Utility di Consip, Marco Gasparri.

Nelle intercettazioni tra Romeo e il suo «consulente» Italo Bocchino (l'ex parlamentare di An, ndr) i due passano in rassegna e descrivono «con dovizia di particolari, facendo nomi e cognomi, i soggetti espressione della cosa pubblica con i quali hanno intrattenuto rapporti».

Tra gli indagati c'è Carlo Russo (amico di Luca Lotti, Maria Elena Boschi e Renzi senior), anche lui indagato per traffico illecito di influenze, imprenditore 33enne di Scandicci che si occupa di consegna farmaci a domicilio a Firenze, accusato di essere, con il padre del segretario del Pd, il «facilitatore» di Romeo nell'aggiudicazione delle commesse pubbliche.

L'amministratore delegato della Consip, Luigi Marroni (ex assessore alla Sanità della Regione Toscana con Enrico Rossi, promosso da Renzi a capo della Consip) è stato sentito dai magistrati come persona informata sui fatti, e ha fatto il nome del ministro dello Sport, Luca Lotti, indagato per rivelazione del segreto d'ufficio e favoreggiamento, che ha smentito di frequentare Marroni precisando di averlo visto «solo due volte nell'ultimo anno». Lo stesso non ha potuto dire di babbo Renzi, che Lotti sente con grande frequenza. Interrogato il 27 dicembre scorso ha affermato di «non avere mai saputo nulla di indagini» relative alla Consip. Quando nell'ottobre 2014 Russo cercò di inserirsi in Puglia, Lotti lo accreditò all'allora sindaco di Bari, Michele Emiliano (che mercoledì verrà sentito dai pm).

Nell'inchiesta sono indagati anche due generali: il comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette e il comandante della Legione Toscana

dei carabinieri, Emanuele Saltalamacchia, anche loro accusati di rivelazione di segreto e favoreggiamento. Entrambi hanno respinto le accuse, sostenendo di non aver mai rivelato ai vertici di Consip l'esistenza di indagini.

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