Le parole di Francesco fanno risuonare l'anatema di Giovanni Paolo II ad Agrigento, quando nel 1993, rivolgendosi ai mafiosi, disse: «Convertitevi! Un giorno verrà il giudizio di Dio». Venticinque anni dopo, Papa Bergoglio lancia nuovamente il monito, questa volta da Palermo, dove ieri è stato accolto da oltre 80mila fedeli al Foro Italico. «Non si può credere in Dio ed essere mafiosi. Chi è mafioso non vive da cristiano, perché bestemmia con la vita il nome di Dio-amore», denuncia il Pontefice, tuonando con maggiore forza: «Convertitevi! Il sudario non ha delle tasche, non potrete portare niente con voi!».
Bergoglio arriva in Sicilia, prima a Piazza Armerina e poi a Palermo, in occasione del 25esimo anniversario dell'assassinio del beato Pino Puglisi, ucciso il 15 settembre 1993, giorno del suo cinquantaseiesimo compleanno. «La parola odio va cancellata dalla vita cristiana; perciò non si può credere in Dio e sopraffare il fratello. Non si può credere in Dio ed essere mafiosi. Chi è mafioso non vive da cristiano, perché bestemmia con la vita in nome di Dio amore. Oggi abbiamo bisogno di uomini di amore, non di uomini di onore; di servizio, non di sopraffazione; di camminare insieme, non di rincorrere il potere. Ai mafiosi dico: cambiate! Smettete di pensare a voi stessi e ai vostri soldi. Convertitevi al vero Dio. Altrimenti, la vostra stessa vita andrà persa, e sarà la peggiore delle sconfitte». Denuncia, Papa Francesco, la «litania mafiosa» che è: «Tu non sai chi sono io». Mentre, sottolinea il Papa, quella cristiana è: «Io ho bisogno di te». E quindi continua: «Se la minaccia mafiosa è: Tu me la pagherai, la preghiera cristiana è: Signore, aiutami ad amare». Poi in cattedrale, durante l'incontro con sacerdoti e religiosi, denuncia l'usanza di inchinarsi con la Madonna davanti ai boss della mafia. «Vi chiedo di vigilare attentamente sottolinea affinché la religiosità popolare non venga strumentalizzata dalla presenza mafiosa, perché allora, anziché essere mezzo di affettuosa adorazione, diventa veicolo di corrotta ostentazione. Lo abbiamo visto sui giornali: quando la Madonna si ferma e fa l'inchino davanti alla casa del boss, quello non va. La pietà popolare è il sistema immunitario della Chiesa».
Nel giorno dell'anniversario della morte di don Puglisi, Francesco ha fatto poi visita al luogo esatto in cui il sacerdote fu ucciso dalla mafia, a Brancaccio. «La sua dice il Pontefice argentino - sembrava una logica perdente, mentre pareva vincente la logica del portafoglio. Ma padre Pino aveva ragione: la logica del dio-denaro è perdente». Ed ancora: «Coronò la sua vittoria col sorriso, con quel sorriso che non fece dormire di notte il suo uccisore, il quale disse: C'era una specie di luce in quel sorriso». Un sorriso che, conferma a Tv2000 il vescovo di Ragusa, monsignor Carmelo Cuttitta, una delle persone più vicine a padre Puglisi, «abbiamo trovato intatto. All'apertura della bara lo abbiamo trovato con lo stesso sorriso».
Dopo nemmeno 12 ore, Francesco fa rientro in Vaticano. Ultimo atto, l'abbraccio ai giovani di Palermo. «Sono contento di incontrarvi al culmine di questa giornata, un po' stancante ma bella, bella bella: grazie ai palermitani!».
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