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Paragone: "È una disfatta. Stop alleanza con il Pd"

Il senatore del M5s Gianluigi Paragone critica l’alleanza con il Pd e considera Conte, Fico e Grillo come i veri responsabili della pesante sconfitta in Umbria

Paragone: "È una disfatta. Stop alleanza con il Pd"

È stato tra i primi nel M5s a criticare fortemente l’alleanza tra pentastellati e Pd per la formazione del governo Conte bis, nato sostanzialmente con lo scopo di evitare le elezioni e fermare l’avanzata di Matteo Salvini. Oggi, constatati i clamorosi risultati delle elezioni regionali in Umbria, il senatore Gianluigi Paragone si prende una sorta di rivincita verso tutti quelli che hanno deciso la linea politica da adottare sconfessando la storia stessa del MoVimento.

Attraverso un video pubblicato su Facebook, il senatore ha dichiarato che in voto nella storica roccaforte rossa è stato "una disfatta", dovuta alla mancanza di "coerenza e linearità" legata all'alleanza con i dem e alla scelta di un candidato "vicino a Forza Italia". Paragone vede nero per il futuro: "Se pensate che sia limitata all'Umbria...".

Lo stesso esponente pentastellato considera "incredibile" aver perso la Regione in cui si è andati a elezioni anticipate dopo che proprio il Movimento"aveva rivelato il sistema del Pd" e lo scandalo Sanitopoli. "Ci abbiamo messo la faccia e poi... siamo stati costretti a fare l'alleanza con il Pd. Ma che campagna elettorale si poteva fare?". In ultima analisi, al voto"sarebbe stato meglio andare da soli e schiacciare il Pd".

Paragone, inoltre, ribadisce di non avere intenzione di cambiare partito ma è sempre deciso nel continuare le battaglie del Movimento. Poi due affondi pesantissimi contro il premier Giuseppe Conte. "Non accuso Di Maio, e forse l'errore è di Conte, e anzi la sconfitta è proprio di Conte (va dal re del cashmire, altro che avvocato del popolo), di Fico e anche di Grillo che continua a insistere con quell'alleanza. Non oso pensare cosa potrebbe accadere, in Emilia Romagna, Toscana, Calabria...".

Il senatore, inoltre, definisce "preoccupante" il servizio del Financial Times sul presidente del consiglio.

Altri scossoni potrebbero essere in vista nel mondo pentastellato.

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