Parisi lancia il suo partito "Energie per l'Italia aperto a chi vuol fare"

Mr. Chili va avanti: «Berlusconi? Non mi sento tradito». Resta la chiusura rispetto alla Lega

Parisi lancia il suo partito "Energie per l'Italia aperto a chi vuol fare"

Ognuno per sé e poi si vedrà, in attesa del proporzionale. La mossa di Stefano Parisi dopo la stroncatura arrivata da Berlusconi («Nessun ruolo se è in contrasto con Salvini»), è di smarcarsi dalle risse sulla leadership e lanciare un suo movimento politico, «Energie per l'Italia». Non un partito, «perché non c'è più futuro per i partiti fatti di burocrazia e tessere, lontani dalle gente», ma un movimento «aperto a chi vuole un centrodestra rinnovato nelle persone e nei contenuti», che lanci «un'offerta politica seria, popolare e liberale, alternativa a Renzi e alla sinistra». L'obiettivo è intercettare quei «10 milioni di voti persi dal centrodestra», con un «grande lavoro di rinnovamento» («ma non contro» l'attuale classe dirigente), perché così com'è ora il centrodestra - è convinto il manager - non è competitivo: nello scenario politico attuale, dice, «non c'è alternativa tra Renzi e Grillo».

Moderati? «Non lo sopporto questo termine. È un movimento radicale, pragmatico». Però il problema resta la Lega, con cui Parisi confessa di avere poche speranze di andare d'accordo. Se Salvini resta su posizioni lepeniste antieuropeiste «le strade si dividono - taglia corto l'ex candidato sindaco -, o si ragiona e qualcuno cambia idea oppure mi sembra complicato fare un'alleanza. Non è più il tempo per coalizioni che mettono insieme cose troppo diverse e non producono nulla. Il centrodestra deve decidere cos'è, vuole stare dentro o fuori dalla Ue? Forza Italia è dentro il Ppe e sull'Europa ha una linea opposta a quella della Lega. Con queste ambiguità non reggiamo un giorno al governo. Io non litigo, non ho un carattere litigioso ma sono fermo, voglio chiarezza». Ancora bordate sulla Lega: «Non possiamo più raccontare che bucando tre gommoni si risolve l'immigrazione, non si risolve con le ruspe! Bisogna essere seri. Non raccontare balle! Non si può solo giocare sul rifiuto dell'Europa, è troppo facile, poi andiamo a sbattere sapete dove? Contro un governo Grillo. O riprendiamo la fiducia negli italiani o siamo morti».

Insomma lo scontro col Carroccio, che ha reso dubbioso Berlusconi sulle capacità di Parisi di poter federare le varie anime del centrodestra, non si placa neppure nel giorno di battesimo del nuovo movimento. Col leader di Forza Italia, assicura, non ci sono rotture: «Berlusconi? Non l'ho sentito. Non mi sento tradito perché non eravamo fidanzati. Né sono stato licenziato perché non sono stato mai assunto. Con lui ho avuto un rapporto libero, gli ho proposto un progetto di rinnovamento. All'inizio gli era piaciuto, gli ho fatto proposte di rigenerazione della politica che inizialmente mi sembrava che lui appoggiasse. Evidentemente, ha dei ripensamenti». Le strade si separano, ma nell'ottica del Cavaliere sul dopo referendum, con la vittoria del No e la modifica all'Italicum in senso proporzionale, un movimento che raccolga una quota di elettorato più di centro, può fare comodo. È la linea che esprimono i colonnelli azzurri vicini all'ex premier: «La cosa importante è avere un centrodestra unito e largo, e la scelta di Parisi allarga la metà campo del centrodestra» dice la coordinatrice lombarda di Forza Italia Mariastella Gelmini. Mentre gli anti-parisiani di Fi gelano l'iniziativa di Parisi, «l'Alfano 2» (copyright Biancofiore).

Ancora più dure le repliche in casa Lega. «Il progetto di Parisi non esiste, non commento le cose che non esistono - dice Matteo Salvini, in missione in Russia - C'è gente che si autoproclama capopopolo, senza avere un popolo».

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