Parisi al lavoro sui criteri per entrare in Forza Italia

L'uomo voluto da Berlusconi per rinnovare il partito prepara un decalogo che dovrà avere l'ok del leader

Parisi al lavoro sui criteri per entrare in Forza Italia

Stefano Parisi continua a tessere la sua tela in vista della convention di metà settembre, un appuntamento nel quale metterà sul tavolo le sue carte e farà chiarezza sulle sue intenzioni e ambizioni. Gli occhi dei dirigenti di Forza Italia, ma anche quelli degli altri partiti del centrodestra, sono puntati sulle scelte che l'uomo voluto da Silvio Berlusconi per il rilancio del partito azzurro farà in vista della sua kermesse. Da tutti la convention è considerata alla stregua di uno spartiacque, sia per capire quale idea di centrodestra voglia davvero mettere in campo il manager di Chili, ma soprattutto per verificare se questo passaggio rappresenterà un ulteriore rito di investitura da parte del presidente del partito. In particolare molti dirigenti di Forza Italia vogliono verificare se Berlusconi sarà presente nell'auditorium e in quale modo si relazionerà con l'ex direttore generale di Confindustria. «Dettagli» non solo di forma, ma anche di sostanza, utili a capire se l'ex direttore generale di Confindustria sarà destinato davvero ad andare oltre la «due diligence» per la quale è stato chiamato - con un incarico di ricostruzione del centrodestra - oppure dovrà occuparsi solo dell'eliminazione delle sacche di inefficienza del partito azzurro, ipotesi minimale a questo punto poco probabile.

Al netto di attese e timori che si vivono dentro il partito, Berlusconi non ha ancora stabilito il modus operandi in vista della convention settembrina a cui Parisi farà intervenire esclusivamente esponenti della società civile e del mondo imprenditoriale, così da raccogliere idee e spunti e dimostrare di essere un uomo del fare. Berlusconi e Parisi dovranno confrontarsi anche sulle modalità di selezione all'ingresso per la nuova Forza Italia. L'ex candidato milanese non vuole incarnare la figura del commissario liquidatore della dirigenza, ma non nasconde il suo desiderio di rinnovamento. Per operare in questo senso, però, deve ovviamente ottenere un incarico blindato da parte del Cavaliere. A meno che non si decida - qualora la Consulta dovesse bocciare l'Italicum - di ragionare su un nuovo soggetto politico. Ma - a quanto filtra da Villa Certosa - Berlusconi non riterrebbe maturi i tempi per un nuovo partito.

Se Parisi deve fare i conti con resistenze evidenti, dentro Forza Italia non mancano forze disposte a sostenerlo. L'incontro con i coordinatori regionali - all'insegna del pragmatismo, dell'attenzione e del rispetto per il perimetro assegnatogli - ha avuto un buon impatto sui quadri intermedi del partito, partito nel quale si registra però una certa diffidenza rispetto ai possibili rientri dei vari parlamentari che hanno cambiato casacca.

Di certo Parisi continua la sua offensiva dell'ascolto e la prossima settimana, nel suo ufficio di Palazzo Marino, riceverà altri dirigenti di vecchia e nuova militanza. Un modo per approfondire la conoscenza della macchina azzurra e iniziare a creare una propria rete sui territori.

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