Cronache

Pasqua tragica a Trieste Litiga con il marito e lo pugnala a morte

La donna ha prima negato la responsabilità Poi ha confesstao di aver ucciso per paura

Pasqua tragica a Trieste Litiga con il marito e lo pugnala a morte

Pranzo di Pasqua nel sangue. A Servola, in provincia di Trieste, una donna ha ucciso il marito al termine di una lite. Che Loredana Crasso, sessantanove anni, e il marito Fulvio Visintin, di quattro più grande, non andassero più d'accordo, non era un segreto per conoscenti e familiari, che spesso assistevano ai loro battibecchi. Ma nessuno avrebbe mai immaginato che si arrivasse al tragico epilogo di due giorni fa.

Domenica pomeriggio la donna ha ucciso con una coltellata all'addome il marito, all'interno della loro abitazione al civico 11 di via dei Vigneti. La coppia aveva trascorso il pranzo di Pasqua a casa di parenti. Poi nel tardo pomeriggio i due erano rientrati nella loro abitazione e si trovavano in salotto quando hanno iniziato a discutere animatamente. Da alcuni anni marito e moglie erano ai ferri corti, come hanno confermato alcuni testimoni, ma avevano continuato a vivere insieme, forse per salvare le apparenze. Le discussioni, però, erano all'ordine del giorno.

Anche domenica a far esplodere la scintilla erano stati futili motivi. Ma dalle urla si era passati rapidamente alle accuse, alle minacce e agli insulti. Lui, molto conosciuto nel quartiere, dirigente di un'associazione calcistica giovanile, si trovava seduto sul divano e impugnava un coltello da cucina quando sono iniziate a volare parole sempre più grosse. All'improvviso si è alzato di scatto e si è avvicinato alla consorte. Lei si sarebbe spaventata, da quanto ha più tardi confessato e, sentendosi minacciata da quel gesto, gli ha strappato il coltello di mano e l'ha rivolto contro di lui, affondando l'arma al petto.

Poi, si è resa conto di quanto aveva appena fatto e vista la gravità del gesto e le condizioni serie del marito, ha dato l'allarme chiamando polizia e servizio di emergenza 118. Inutile, però, ogni tentativo dei medici di strappare Visintin alla morte. L'anziano è deceduto mentre i medici tentavano di rianimarlo.

Gli agenti della squadra mobile hanno così ascoltato la donna, per capire cosa era accaduto pochi minuti prima. La sua versione non ha convinto la polizia. Ma lei ha continuato a negare per qualche ora e solo alla fine, di fronte all'incalzante evidenza degli elementi oggettivi, dopo essere più volte caduta in contraddizione, è stata costretta a cedere. Ha confermato la dinamica dell'omicidio, raccontando rabbia e umiliazioni che l'avevano accompagnata per anni. Ma ha spiegato di aver reagito in quel modo solo perché si è sentita minacciata dal fatto che il marito aveva quel coltello in mano.

Gli accertamenti successivi, eseguiti dal personale della squadra mobile e coordinati dal pm di turno, hanno portato al fermo della sessantanovenne, che si trova ora agli arresti domiciliari.

Il sopralluogo della scientifica ha poi accertato che il coltello da cucina ritrovato nell'appartamento era lo stesso che ha ucciso Visintin.

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