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Il pasticcio sul nuovo stadio della Roma. Il Campidoglio rischia una causa milionaria

Il sindaco medita di revocare il via libera al progetto. L'ira dei costruttori

Il pasticcio sul nuovo stadio della Roma. Il Campidoglio rischia una causa milionaria

«Roma caput mundi» resta una città senza uno stadio degno della sua magnificenza.

La nuova opera, che sarebbe dovuta sorgere nell'area dell'ex ippodromo di Tor di Valle, era la bandiera della sindaca Virginia Raggi. Prima osteggiata e poi sponsorizzata dai 5 Stelle, resta però un miraggio e soprattutto un pasticciaccio tutto romano. La questione rischia di finire a suon di carte bollate, che potrebbero prosciugare le casse del Campidoglio di decine di milioni di euro. Eurnova, che avrebbe dovuto costruire lo stadio, è pronta infatti a rifarsi sul Comune di Roma qualora non se ne facesse più nulla. E non cede di un passo, nonostante abbia venduto l'area e il progetto al miliardario cecoslovacco Radovan Vitek, che a questo punto si troverebbe con un pugno di sabbia in mano. Nei giorni scorsi, il Consorzio ha avvertito assessori e consiglieri capitolini che darà battaglia in caso di voto favorevole alla revoca dell'«interesse pubblico» al progetto. Progetto, che la sindaca ora vede come fumo negli occhi dopo l'abbandono dell'imprenditore Pallotta e l'arrivo del californiano Dan Friedkin, che vuole costruire altrove lo stadio. L'immobiliarista Vitek spera di incontrare la Raggi per trattare, ma lei, barricandosi dietro a presunte inadempienze da parte di Eurnova, vuole portare in aula la richiesta di revoca, anche se appare ormai probabile che la votazione slitterà ancora una volta.

Ma di fatto la realizzazione dell'opera, che è rimasta sospesa per anni, è l'ennesima brutta figura fatta dal M5S e da alcune gole profonde della Regione Lazio. Il 13 giugno 2018, infatti, era stato arrestato Luca Parnasi, general contractor della Eurnova insieme all'avvocato Luca Lanzalone, consulente penstastellato per il Comune. Stesso provvedimento per il vicepresidente della Pisana Adriano Palozzi, ex forzista passato in Cambiamo-Coraggio Italia, chiamato a rispondere con gli altri di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di condotte corruttive e di una serie di atri reati contro la pubblica amministrazione.

Palozzi secondo i magistrati, avrebbe preteso da Parnasi un compenso di 25mila euro per un'attività di consulenza che però la Pixie Social Media, società a lui riconducibile, non ha mai svolto realmente. «Nell'ultima campagna elettorale Palozzi mi chiamava continuamente chiedendomi un contributo e abbiamo concordato un contratto con la Pixie al fine di giustificare la somma di denaro», ha ammesso Parnasi interrogato dal pm Barbara Zuin. Ora è invece la sindaca che minaccia denunce: «Abbiamo pronta una querela redatta dall'avvocatura capitolina per le pressioni indebite che Eurnova sta esercitando. Ai consiglieri dico di stare tranquilli».

Flavia Parnasi, la sorella di Luca, ora alla guida di Eurnova però non depone le armi. «L'area di Tor Di Valle spiega - è libera da qualunque vincolo che ne possa ostacolare la realizzazione dello stadio e dell'intero progetto edificatorio che, solo pochi mesi fa, la sindaca riconosceva essere di enorme importanza per il rilancio della Città e nell'interesse della collettività. È evidente che il pregiudizio che si produrrà a carico della società proponente dovrà essere indennizzato e risarcito».

A quel punto il Campidoglio potrebbe valutare di rifarsi sulla As Roma.

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