Tiziana Paolocci
Ha provato a entrare in uno dei campi rom più pericolosi della capitale. E ha pagato subito il suo errore.
Venerdì la giornalista Chiara Carbone, inviata della trasmissione «Quarta Repubblica», è stata aggredita e rapinata mentre cercava d'intervistare i capi clan del campo nomadi de «La Barbuta» sull'assegnazione delle case popolari ai rom, dopo le proteste da parte della cittadinanza a Casal Bruciato e Torre Maura.
La donna è stata affrontata con un coltello da uno straniero di etnia rom ventiduenne residente nell'accampamento abusivo, che l'ha rapinata dello zaino con dentro la telecamera, il portafogli ed altri effetti personali. Poco dopo la polizia del commissariato Romanina, grazie alle descrizioni ricevute dalla vittima, è riuscita a identificare il rapinatore, riconosciuto più tardi dalla giornalista anche nel corso di un'individuazione fotografica. I servizi di appostamento, andati avanti per tutta la notte, hanno così consentito agli agenti di bloccarlo all'interno di un container, nonostante abbia tentato di fuggire da una finestra. Anche il bottino è stato recuperato.
L'accampamento è tristemente noto in città per essere meta prediletta dagli zingari più violenti e aggressivi e il fattaccio di due giorni fa lo ha dimostrato ancora una volta.
A Napoli, invece, è stata una famiglia rom a subire un'aggressione razzista da parte di un gruppo di ragazzini partenopei. A denunciare l'episodio è stato l'assessore ai Diritti di cittadinanza del Comune di Napoli, Laura Marmorale, raccontando che due operatrici della Coop Dedalus venerdì avevano accompagnato due mamme rom e i loro sette bambini a vedere un film al cinema Modernissimo. La baby gang li ha attesi all'uscita e li ha accolti con lancio di pietre, sputi e insulti del tipo «ritorna a casa tua».
«Né le mamme, né le operatrici hanno deciso di reagire, pensando solo a mettere in salvo i bambini, trovando rifugio solo a Piazza Dante, dove sono stati accolti in un bar - sottolinea l'assessore Marmorale -. Fino a lí, i quattro ragazzini napoletani hanno continuato ad inseguirli minacciando di usare i coltelli. Un racconto terribile, un episodio di violenza gratuita che ha coinvolto bambini piccoli con l'unica responsabilità di essere di etnia rom.
Faremo di tutto per rintracciare e denunciare questi ragazzini, per togliere loro le armi, verbali e materiali, per metterli davanti ai bambini che volevano ferire e umiliare per mostrare loro cosa sono davvero: bambini, persone». «Non resteremo muti davanti a simili scene, denunceremo e reagiremo - prosegue -. Nessuna forma di razzismo resterà impunita».
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