Il Pd commissaria subito gli alleati grillini: vertice al Nazareno con le parti sociali

I dem anticipano Conte e incontrano aziende e sindacati senza i pentastellati

Il Pd commissaria subito gli alleati grillini: vertice al Nazareno con le parti sociali

Il Pd vince le suppletive di Roma (Roberto Gualtieri eletto alla Camera dei Deputati) e commissaria il M5s sull'economia. Al Nazareno, per l'incontro con le parti sociali, c'è tutto lo stato maggiore del Pd di governo: Dario Franceschini, ministro della Cultura e capo-delegazione dem nell'esecutivo, il ministro delle Finanze Roberto Gualtieri, il vice Antonio Misiani e i vertici del Partito democratico Nicola Zingaretti e Andrea Orlando. Per le parti sociali al tavolo dem siedono i big: Maurizio Landini (Cgil) Annamaria Furlan (Cisl), Carmelo Barbagallo (Uil). Per Confindustria il direttore generale Marcella Panucci, per Confapi il presidente Maurizio Casasco, per Confartigianato il segretario generale Cesare Fumagalli, per la Cna il segretario generale Sergio Silvestrini, per Confcommercio il direttore generale Luigi Taranto, per Confcooperative il presidente Maurizio Gardini, per Confesercenti il segretario generale Mauro Bussoni, per Legacoop il direttore generale Giancarlo Ferrari. Una mossa che punta a soffiare la regia a Palazzo Chigi sulla politica economica.

Forte del risultato alle suppletive di domenica (tracollo del M5s) il Partito democratico accentra nelle proprie mani il pallino della trattativa con Bruxelles sul deficit. Il M5s finisce in panchina. L'incontro al Nazareno fa infuriare i Cinque stelle. Soprattutto perché anticipa di 48 ore il vertice ufficiale convocato con le parti sociali dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. La delusione grillina è affidata alle parole del capo politico Vito Crimi: «Mi spiace che il Partito democratico abbia convocato le parti sociali quando il presidente Conte aveva già annunciato che le avrebbe convocate per mercoledì. Diamoci da fare ma nell'unità. Non è corretto verso la Presidenza del Consiglio e non è corretto che una delle forze di maggioranza decida di fare autonomamente». Il leader dei dem prova a gettare acqua sul fuoco: «Da parte nostra non c'è nessuna voglia di sostituirci, quello di oggi era un incontro previsto da tempo nell'ambito del piano per l'Italia. Nessuna polemica ma soltanto la voglia e la volontà di rafforzare il governo. Dal seminario di Rieti del 13 e 14 gennaio scorsi, per contribuire al rafforzamento del governo Conte, il Pd ha presentato il Piano per l'Italia. Gli incontri di queste settimane, compreso quello di oggi, erano preparati da tempo per un confronto utile e importante che il Pd ha da sempre, e che vuole continuare ad avere con le parti sociali». Parole che non ricompongono la frattura. Ci riprova, al termine del vertice, Andrea Orlando, numero due del Pd: «Tutte le forze politiche fanno bene a fare incontri con le forze sociali. Non c'è nessun tavolo parallelo. La nostra presenza come maggioranza nel governo non ci preclude la possibilità di continuare ad essere una forza politica».

L'incontro di domani a Palazzo Chigi diventa quasi inutile.

Il viceministro dell'Economia Antonio Misiani gioca d'anticipo e illustra il piano per contenere l'effetto recessivo dell'emergenza Coronavirus: «Una manovra da 3,6 miliardi che verrà approvata entro questa settimana; siamo il primo paese europeo a farlo». Misure (uno 0,2% in più di deficit) giudicate insufficienti dai sindacati. La partita si sposta, dunque, a Bruxelles. Con il Pd unico giocatore in campo.

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