L'avrebbe percossa con violenza, più di una volta, fino a farla morire e non avrebbe neppure cercato di soccorrerla dopo averla vista inerme. Iolanda aveva soltanto otto mesi e abitava con i suoi genitori a S. Egidio del Monte Albino, un comune in provincia di Salerno. Ma secondo i magistrati sarebbe stato proprio il suo papà ad ucciderla, con la complicità della mamma.
L'uomo, Giuseppe Passariello, 37 anni, è stato arrestato ancora prima di avere l'esito dell'autopsia, effettuata ieri pomeriggio. È accusato di ripetuti maltrattamenti, lesioni, omissione di soccorso e omicidio volontario aggravato. È stato il procuratore capo di Nocera Inferiore, Antonio Centore, a firmare il provvedimento cautelare nella tarda serata di domenica dopo aver letto la relazione del medico legale che aveva effettuato il primo esame su quel corpicino, arrivato all'ospedale Umberto I con un'ambulanza del 118 la mattina del 22 giugno, pieno di ecchimosi ed escoriazioni. Forse era già morta, anche se i medici hanno tentato lo stesso l'impossibile per rianimarla. Sono stati proprio i dottori del pronto soccorso, vedendo quei lividi, ad allarmarsi e ad allertare la polizia. La svolta alle indagini però è arrivata soltanto dopo l'interrogatorio dei genitori, gli unici a sapere cosa fosse realmente accaduto tra le pareti di casa: lui, già noto alle forze dell'ordine per piccoli precedenti e un recente passato in una comunità di recupero per tossicodipendenti, lei, Immacolata Monti, una mamma e una moglie insospettabile. I due avrebbero fornito agli investigatori versioni contrastanti, che non hanno convinto gli inquirenti, tanto che anche la donna è stata indagata a piede libero per concorso in omicidio.
A S. Egidio del Monte Albino, dove la famiglia si era trasferita da un annetto insieme al primogenito, Andrea, di qualche anno più grande, in un primo momento nessuno riusciva a credere alla storia delle violenze. Anche se la famiglia di Iolanda aveva grosse difficoltà. E non solo economiche. I soldi mancavano e, soprattutto negli ultimi tempi, marito e moglie litigavano spesso, anche violentemente. Qualcuno avrebbe anche raccontato di comportamenti aggressivi dell'uomo nei confronti della consorte.
La famiglia da tempo era seguita dagli assistenti sociali. Eppure nessuno è riuscito ad evitare l'ennesima tragedia, questa volta su una bambina piccolissima. Adesso anche la politica si interroga. È stato fatto abbastanza?
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