Il piano di Berlusconi se si rivota tra un anno

L'ex premier spera di uscire dallo stallo e pensa a un governo che porti alle elezioni nel 2019

Il piano di Berlusconi se si rivota tra un anno

Silvio Berlusconi riunisce i gruppi parlamentari e ricompatta Forza Italia. L'incontro è fissato alle 17 di domani, probabilmente a Montecitorio. Ed è un modo per dire a tutti: «Ci sono sempre e la linea la decido io, non la delego a nessun altro».

Nell'operazione rientra anche la cena con Giovanni Toti e signora di domenica sera ad Arcore, nella villa di Francesca Pascale. Con il governatore ligure, vicino a Matteo Salvini e principale voce critica tra gli azzurri, alfiere del rinnovamento e del partito unico del centrodestra, il Cavaliere riallaccia il dialogo anche per depotenziarne all'esterno l'effetto divisivo, evitare che diventi il punto di riferimento del malcontento di tanti.

Berlusconi fa ogni sforzo per evitare che Fi vada allo sbando, si logori, schiacciata dalla vittoria alle elezioni della Lega e dalle trattative del suo leader per un governo con il M5s che continua a porre il veto su di lui. Tanto attivismo coincide con la prospettiva delle elezioni regionali ed è in queste occasioni che il Cav dà il meglio di sé, convinto di essere una «macchina da voti». Alla vigilia di quelle di domenica in Molise, dove potrebbe tornare a fine settimana, Berlusconi legge nei sondaggi che danno solo 1-2 punti di scarto sui grillini la possibilità di intestarsi un'eventuale vittoria. In Friuli il 29 aprile è scontato un ampio successo di Massimiliano Fedriga della Lega, ma prima viene l'appuntamento molisano e il leader azzurro spera che scendendo in campo con tanto impegno darà una valenza politica al voto, inviando un segnale a Salvini. Al tempo stesso, cerca così di silenziare Di Maio e Di Battista, che continuano a sparare contro il «male assoluto».

«Sembra che ogni giorno recitino le lodi mattutine - dice un azzurro di rango-, Di Maio che ripete mai con Berlusconi e Salvini che ripete mai con il Pd. Ma riusciranno a tenere le posizioni se Mattarella li richiamerà alla responsabilità istituzionale per un governo di larghe intese?».

L'attesa è per un mandato esplorativo alla presidente del Senato, Elisabetta Casellati, come fu per Franco Marini nel 2008 dopo la caduta di Prodi. Sarebbe molto utile per far capire al Cav le posizioni nascoste ed entrare nel sistema delle alleanze che si vanno delineando. «Se poi l'incarico Mattarella lo desse a Fico, dovremmo accendere un cero alla madonna- scherza un deputato di Fi-, perché potrebbe far esplodere le contraddizioni nel M5s e magari coinvolgere il Pd. Un tradimento di Salvini? Con un accordo con Di Maio escludendo Berlusconi, aprirebbe praterie immense da cavalcare».

Al leader della Lega, si ragiona in casa azzurra, probabilmente dopo le esplorazioni un incarico il capo dello Stato lo darà e bisognerà vedere come e con chi cercherà di costruire la sua maggioranza.

Fra tante strade impervie e dietro il probabile fallimento di almeno due tentativi Berlusconi, che vuole a tutti i costi evitare il voto anticipato, vede la possibilità concreta del governo del presidente, anche con il Pd, per cambiare la legge elettorale, fare la manovra economica e affrontare gli impegni internazionali, particolarmente delicati per la crisi siriana. Salvini ripete che non ci starà e potrebbe ripetersi il quadro dell'aprile del 2013, con il governo Letta appoggiato dal Pdl e non dal Carroccio. Che farà il M5S è ancor più difficile da prevedere.

Con un governo di unità nazionale, magari solo di un anno, ci sarebbe il tempo di riorganizzare il

partito e recuperare la carica per nuove elezioni. Il Cav potrebbe essere riabilitato e tornare in ballo. Non è possibile l'election day con il voto europeo nella primavera 2019, ma anche quella sarà una prova di resistenza.

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