Piano Marshall per frenare gli arrivi

Tajani: «L'Africa è un'opportunità: investire 40 miliardi o sbarcheranno a milioni»

Foto d'archivio
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Bruxelles - Nei prossimi 30 anni la popolazione africana raddoppierà per arrivare entro il 2050 a 2,5 miliardi di persone, ma già nel breve termine l'Onu prevede una migrazione di almeno mezzo milione di africani verso l'Europa e le sue coste (leggi: l'Italia). Ogni anno - stima poi la Banca di investimenti europea cercano lavoro 20 milioni di africani in più, un numero che nè il mercato interno nè gli aiuti europei riescono minimamente ad assorbire. Il risultato è semplice: centinaia di migliaia di africani, «braccia buone per il lavoro di cui noi ci priviamo» li chiama il presidente della Repubblica Centrafricana, Faustin Touadera, si mettono in viaggio per attraversare il Mediterraneo, diretti verso la «terra del bengodi» distante dall'Africa solo 14 chilometri, il più breve tratto di mare che separa i due continenti («non esistono fratelli e sorelle più vicini di così» dice un'ispirata Federica Mogherini, ministra degli Esteri della Ue). E sempre di più ne arriveranno se l'Europa non si sveglia, avverte Antonio Tajani, presidente del Europarlamento e promotore a Bruxelles di una Conferenza di Alto livello sull'Africa con capi di stato e vertici delle istituzioni europee. «Il problema va affrontato alla radice. Senza prospettive di benessere e stabilità per il continente africano, a lasciare la loro terra non saranno più decine di migliaia, ma milioni». Pur nel cuore del Parlamento europeo, il bilancio su dieci anni di politica comunitaria su Africa e immigrazione è netto: un fallimento. Lo riconoscono i capi di stato africani, i vertici di Bruxelles e quelli del Parlamento Ue. «Sono passati dieci anni dalla strategia Ue-Africa. Molte aspettative sono state disattese. All'Europa è mancato il coraggio per costruire strumenti davvero efficaci» spiega Tajani. «Invece di consolidare la nostra posizione di partner principale, stiamo perdendo terreno. Non solo la Cina, ma anche investitori emergenti, quali Turchia, India e Singapore, rafforzano la propria influenza». L Africa come opportunità anche commerciale per l Europa, il risvolto di quello che il presidente azzurro del Parlamento Ue chiama un «piano Marshall» per il continente nero. «Dobbiamo lavorare affinché il fondo d'investimenti per l'Africa sia dotato di almeno 40 miliardi - dice Tajani -. L'obiettivo è creare un contesto favorevole allo sviluppo dell'imprenditoria, al lavoro per i giovani. In parallelo, quote d'immigrati legali possono, da un lato, soddisfare la domanda in certi settori nella Ue; dall'altro, apprendere un mestiere per poi creare imprese in Africa». Tenendo però ben distinti I due piani.

Aiutarli «a casa loro», ma poi «essere fermi nel respingere chi non ha diritto a venire in Europa». In vista c'è anche la modifica alle norme di Dublino che accollano la gestione dei migranti sui paesi di arrivo, quasi sempre l'Italia.

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