I parenti l'hanno attesa invano per ore. Poi hanno dato l'allarme. Ma quando ieri mattina i carabinieri sono andati a casa di Romina Iannicelli, 44 anni, l'hanno trovata a terra, priva di vita.
Il corpo della donna giaceva nell'appartamento del borgo antico di Cassano, nel quale viveva con il marito Giovanni De Cicco, disoccupato e con l'anziana suocera, che è stata ascoltata a lungo ieri. Il figlio, quarantotto anni di Cassano, noto alle forze dell'ordine per una serie di reati contro il patrimonio, si era reso irreperibile già dalla sera prima e solamente nel pomeriggio, quando era già caccia aperta in tutta la città e nella provincia, si è presentato in caserma per essere sentito.
Sarebbe stato lui ad uccidere la moglie, che era incinta. «L'avrebbe prima picchiata, un vero e proprio pestaggio, e poi colpita con un bastone e avrebbe tentato di soffocarla, forse con un cavo del telefono», ha detto procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla.
Anche lei era nota alle forze dell'ordine, ma per precedenti legati alla droga. L'omicidio, secondo un primo esame del medico legale, sarebbe avvenuto lunedì sera e il cadavere si trova ora all'obitorio per l'autopsia. Quando i militari della tenenza di Cassano allo Jonio sono giunti sul posto, hanno trovato l'appartamento a soqquadro. Inizialmente si è pensato che la donna potesse essere stata uccisa per conti in sospeso con qualcuno, in quanto in passato era stata arrestata perché coinvolta in un caso di spaccio di droga. Poi è stato fermato il marito. I vicini hanno raccontato che la vittima era euforica per quell'attesa gravidanza, che aveva atteso per anni e finalmente il sogno stava trasformandosi in realtà.
Ma il destino, che già in passato aveva toccato la sua famiglia, si è accanito contro di lei.
Romina era infatti sorella di Giuseppe Iannicelli, che fu ucciso nel gennaio del 2014 insieme alla convivente e al nipotino di soli tre anni, Cocò. I corpi furono trovati carbonizzati in un'auto. La vicenda colpì molto l'opinione pubblica. Gli inquirenti, però, nemmeno in prima battuta hanno collegato l'omicidio di ieri con i fatti del 2014.
«Desta profonda impressione e sconcerto apprendere che la donna uccisa a Cassano sullo Jonio, pro-zia del piccolo Cocò Campilongo, vittima innocente della criminalità organizzata, fosse incinta - dichiara il sociologo
Antonio Marziale, Garante per l'infanzia e l'adolescenza della Regione Calabria -. A prescindere dal movente, non si può accettare questa recrudescenza contro i soggetti più fragili della società, ossia donne e bambini».
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