La solidarietà per il sisma? Deviata sul turismo. Succede nelle Marche, dove sono diretti 17,5 milioni di euro dei 32 raccolti con gli sms solidali dopo le scosse di agosto scorso e ottobre che hanno sconvolto l'Italia centrale. Ebbene, con quella somma la Regione ha deciso di finanziare sette interventi, due dei quali assorbiranno la metà dei soldi. E col terremoto hanno molto poco a che fare. Il primo è una pista ciclabile, il primo lotto della Civitanova-Sarnano, che si aggiudica - in caso di via libera dalla «commissione dei saggi» che valuterà il corretto utilizzo dei fondi - ben 5 milioni e 450mila euro. Per la gioia dei ciclisti e per lo scorno dei terremotati. Tra le altre opere, si segnalano anche i 3 milioni stanziati per il recupero della «Grotta sudatoria» ad Acquasanta Terme, struttura liberty abbandonata dagli anni '90. Poi, tra lavori stradali ed elisuperfici, ecco la realizzazione di una scuola e l'adeguamento sismico di un'altra. Con appena 500mila euro complessivi che finiscono per rispettare la «destinazione d'uso» con la quale sono stati donati dagli italiani.
Tutto normale? Sì, secondo la Regione. Per l'assessore competente, Angelo Sciapichetti, i fondi ricevuti per le scuole sarebbero già abbondanti (15 milioni di euro), e dunque «abbiamo pensato - ha spiegato a cronachemaceratesi.it - di investire sul turismo». Peccato che molti sindaci lamentino l'insufficienza dei fondi, costringendo gli amministratori a scegliere se ricostruire le scuole o le altre opere pubbliche, come gli stessi municipi, spesso danneggiati. E a denunciare la «deviazione» dei soldi per i terremotati su obiettivi diversi dalla ricostruzione, c'è anche il senatore azzurro Remigio Ceroni, coordinatore di Forza Italia nelle Marche. «Lascia sconcertati e indignati la notizia che la Regione intenda finanziare una ciclabile e il recupero della grotta sudatoria con i soldi che i cittadini hanno donato via sms con generosità per far fronte all'emergenza determinata dal terremoto».
Per Ceroni dimezzare i 17,5 milioni di euro per coprire i costi di «opere che nulla hanno a che vedere con l'aiuto per le popolazioni terremotate» è sicuramente «una scelta che lascia esterrefatti». Anche perché nelle Marche l'emergenza è tutt'altro che finita, con «migliaia di cittadini che vivono quotidianamente sulla loro pelle le difficoltà di una calamità immane e di una ricostruzione che non è mai iniziata». Oltre alla questione del «rispetto» verso chi ha donato con un intento diverso, con una solidarietà che, per Ceroni, «non può essere dispersa e mortificata in interventi incomprensibili e ingiustificati».
«Presenterò immediatamente un'interrogazione parlamentare al riguardo - conclude l'esponente azzurro - per evitare che i soldi degli italiani vengano utilizzati a fini diversi da quelli ai quali li avevano destinati».MMO
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