Playstation o Subbuteo, il vero derby Renzi-Letta

Nella sfida pseudo-generazionale tra lo spaccone Matteo e il precisino Enrico si legge il fallimento della vecchia Ditta affezionata alla bocciofila di Bersani

Playstation o Subbuteo, il vero derby Renzi-Letta

di Non alla scuola non al sindacato né ai civatiani. Il mezzo flop Pd alle Regionali si deve alla Playstation. Al termine di riunioni, redde rationem e sedute di psicanalisi collettive per esaminare le cause della tornata elettorale deludente, il risultato è questo: l'errore più grave in cui è incappato Renzi è essersi fatto fotografare mentre preferiva all'avvincente spoglio i videogames con Matteo Orfini.

Sembra una tesi da Tso, ma basta mettere in fila i commenti dei democratici per capire che è realtà. D'Attorre veste i panni del papà che richiama il bimbo discolo all'ordine: «È ora di mettere via i videogiochi»; Cuperlo quelli della mamma che teme le brutte pagelle del figlio: «Temo precipiti nella Playstation». Nella grande famiglia mancava solo il fratello grande, il secchioncello che non perde occasione per far notare come il secondogenito sia uno scapestrato. Il ruolo perfetto per Enrico Letta, che non ha mancato di alzare il sopracciglio: «La foto con la Playstation? Io non l'avrei fatta...».

Ora, non si capisce bene come questa esecrabile partita a Pro Evolution Soccer possa aver cambiato le sorti e l'immagine del Pd. Avrebbero dovuto giocare a tresette come si faceva nelle bocciofile di bersaniana memoria? Oppure compilare diagrammi di flusso come i consiglieri di Obama? La Paita ha perso per una combinazione sbagliata di bottoni? Forse, considerando che l'alternativa era immergersi nell'appassionante testa a testa di exit poll raccontato da La7 , viene da dire che un Milan-Fiorentina a colpi di joypad era da considerarsi legittima difesa.

Eppure no, la Playstation non si perdona. Come la bandana di Berlusconi, la barca a vela di D'Alema, i tacchi maculati della Boschi prima maniera. Un dettaglio è per sempre e in men che non si dica diventa un pretesto per gli attacchi. Letta, il perfettino che «quella foto non l'avrei fatta», è lo stesso che negli ultimi anni è diventato praticamente il miglior testimonial del Subbuteo in Italia. Ha un book fotografico degno di una top model che lo ritrae impegnato tra moquette verdi e sapienti tocchi di polpastrello ad effetto. Letta in polo scura che sfida il comico Bertolino; Letta in doppiopetto che fa visita alla delegazione olimpica azzurra a Sochi e non resiste alla tentazione di esibirsi in un colpo a punta di dito; Letta in maniche di camicia che segna e commenta: «il Subbuteo insegna il fair play e ad accettare la sconfitta».

Sarà, ma intanto pare che la poltrona scippata dopo l'« #Enricostaisereno » bruci ancora. E che tutta questa guerra alla Playstation altro non sia che l'ultima puntata del ritrito derby pseudo-generazionale a sinistra. La Ditta vintage - che inorridiva per Renzi ad Amici in giubbotto di pelle - si fa fotografare con gli omini del Subbuteo dipinti a mano, ha nostalgia delle maglie numerate dall'1 all'11 e si commuove per George Best; la Nouvelle Vague di Matteo ammira Cristiano Ronaldo, parla di pressing alto e gioca un calcio atletico, anche con la console e anche durante la nottata elettorale. Chi difende il passato contro chi sventola la modernità, chi santifica i ricordi contro chi cannibalizza ogni novità per sembrare very young .

Senza capire che se due milioni di voti sono spariti e la risposta è una sfinente discussione sulla Playstation, il Pd è prossimo al game over . E chi è senza peccato scagli la prima pietra. Pardon, batta il calcio d'inizio.

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