Pomezia, fallimento a 5stelle: cade l'amministrazione

Pomezia, cade l'amministrazione del MoVimento 5 Stelle. Fabio Fucci, dopo aver chiesto di sforare la regola dei due mandati, è stato mandato a casa

Pomezia, fallimento a 5stelle: cade l'amministrazione

Fine dell'avventura a 5stelle. L'amministrazione comunale di Pomezia, la stessa che Grillo aveva più volte citato come un esempio positivo, è caduta costringendo alla resa politica, almeno per ora, anche il sindaco Fabio Fucci.

Un consiglio comunale fiume, durante il quale i consiglieri comunali grillini hanno prima approvato il bilancio previsionale, per poi dimettersi in massa dall'assise. A rendere nota la decisione è stato il capogruppo consiliare Dario Vitiello. Il primo caso di sfiducia collettiva del MoVimento "contro" un sindaco sostenuto da una stessa maggioranza pentastellata. Un "trattamento" che non era stato riservato neanche a Federico Pizzarotti, rimasto in sella nella città di Parma da indipendente.

"Si tratta di un gesto irresponsabile da parte dei consiglieri di maggioranza del MoVimento 5 Stelle – ha commentato Fucci -. Chiudere anticipatamente un’esperienza di governo che si è dimostrata virtuosa significa mettere le beghe di partito davanti alla crescita di Pomezia e al benessere dei cittadini. Avevamo un accordo chiaro e trasparente con i consiglieri di maggioranza: portare a termini i punti condivisi del programma elettorale e chiudere naturalmente l’amministrazione a maggio, tutelando i risultati raggiunti in questi anni e garantendo una gestione amministrativa senza interruzioni, per evitare il rischio di tenere fermo il Comune fino a maggio...".

L'origine della frattura politica riguarda proprio il tempo concesso dai grillini a Fucci. Il sindaco di Pomezia, da qualche tempo a questa parte, si è dichiarato contrario alla regola del limite dei due mandati. Una convinzione talmente forte da suggerirgli una contromossa: candidarsi con un'altra lista civica: "Essere Pomezia". Il MoVimento 5 Stelle aveva infatti comunicato al "suo" sindaco che non sarebbe stato ricandidato nelle liste del partito guidato da Luigi Di Maio. Fucci aveva provato a parlarne con Virginia Raggi, la quale di rimando gli aveva ritirato le deleghe da vice-sindaco della città metropolitana.

E il candidato premier del MoVimento 5 Stelle? Luigi Di Maio, in riferimento alla richiesta di superare il limite dei due mandati, aveva parlato per Fucci di "volontà di autoesclusione".

Nel caso in cui la legislatura parlamentare in corso terminasse prima del tempo, Luigi Di Maio avrebbe o no terminato i due mandati previsti? E la regola del limite, insomma, varebbe anche per lui? Fucci, il cui mandato sarebbe scaduto a primavera, farà come Pizzarotti: si candiderà contro il suo ex partito. Il primo sindaco del Lazio a 5Stelle è caduto per volontà del M5S stesso.

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