Economia

Premier euforico sul lavoro. Ma Moody's lo stronca

Il premier e i dati sulla Cig in calo: "L'Italia riparte". L'agenzia: crescita modesta

Premier euforico sul lavoro. Ma Moody's lo stronca

RomaDoccia gelata sulle previsioni del governo e quindi anche sulle speranze del premier Matteo Renzi di fare una legge di Stabilità espansiva. L'agenzia di rating Moody's ha previsto una crescita modesta per l'Italia e altri paesi europei. Nel 2015 il Pil crescerà un po' sotto il punto percentuale. Un po' sopra nel 2016. Passi per l'anno in corso, visto che le previsioni ufficiali del Def sono dello 0,7%. Anche se il governo annunciava ufficiosamente sorprese per la fine dell'anno, che le ultime stime Istat hanno definitivamente escluso. I guai riguardano il prossimo anno. Il governo ha scritto che la crescita sarà tra l'1,4% e l'1,5%. Ma fino a poco tempo fa sperava in un 1,6%. Stando alla agenzia di rating, che ieri ha reso noto il Global macro outlook, invece, nel 2016 l'economia italiana ripeterà la performance del 2015.

Scenario pessimo, perché in questi mesi l'Europa ha potuto beneficiare di condizioni ottimali grazie alla moneta unica debole e al basso prezzo del petrolio. Condizioni che non si ripeteranno. Per questo Moody's prevede che i Paesi più deboli, Francia compresa, non faranno progressi. I tassi di crescita «non saranno sufficienti a far calare la disoccupazione in modo significativo».

Problema europeo. L'Unione si attesterà nei prossimi anni su una crescita intorno all'1,5%. Anche perché non sembra che il Vecchio continente stia investendo su produttività e lavoro.

Il richiamo sul lavoro è un'ulteriore brutta notizia per il governo. Ieri il premier ha commentato con toni entusiastici i dati Inps sulla cassa integrazione. In luglio le ore di Cig sono crollate del 26,9% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. Per il ministero del Lavoro di Giuliano Poletti è il segno che «aumenta il numero delle persone che rientrano al lavoro». Il premier Matteo Renzi ha dedicato ai dati un tweet: «Sono il segnale che finalmente le cose cambiano. Italiariparte».

Non la pensa così Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil, che osserva come alcune tipologie di cassa integrazione (quella in deroga) dipendano dal via libera delle regioni, quindi non si possono includere nel dato. Poi, soprattutto, senza una ripresa dell'occupazione, il dato perda valore.

Affermazione ancora più vera se esce nel giorno in cui Moody's ci dice che sul lavoro non facciamo progressi. Anche Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, osserva come il dato sia sì positivo, ma in qualche modo fisiologico visto che «anche con una ripresa anemica è naturale che la cassa rientri».

Quindi «i trionfalismi sono fuori luogo».

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