Le primarie sarebbero un flop E il leader leghista cambia strategia

Le vuole solo il 5% dei moderati e l'ex premier potrebbe vincerle

Le primarie sarebbero un flop E il leader leghista cambia strategia

Due passi per le strade Roma sottobraccio a Giorgia Meloni e Giovanni Toti, qualche sorriso in favore di telecamera, l'annuncio di voler continuare a trattare con Forza Italia. Ma insomma, forse anche il movimentista Matteo Salvini adesso sarà costretto a rifare i suoi calcoli, a cambiare i toni, magari pure a rivedere la strategia: infatti al popolo di centrodestra l'idea di aprire i gazebo per scegliere il prossimo candidato a Palazzo Chigi non sembra piacere un granché. Non solo: in caso di primarie, nonostante la sua attuale notevole esposizione mediatica, il segretario della Lega è dato praticamente alla pari con Silvo Berlusconi. Terza, molto staccata, la Meloni.

Dunque, consultazioni flop e programma da rimodulare, almeno secondo una ricerca realizzata dall'Ipsos di Nando Pagnoncelli per il Corriere della Sera. Stando ai risultati del sondaggio, soltanto cinque italiani su cento vedrebbero con molto favore lo svolgimento di primarie nel centrodestra, mentre l'83 per cento è poco coinvolto, anzi appare proprio indifferente alla questione. Ma il dato più sorprendente è che, pure tra gli elettori del Carroccio, quelli che davvero le vogliono sono poco più della metà, cioè il 52 per cento, e che il 29 le considera un errore perché «creerebbero divisioni senza trovare un candidato forte». Insomma, tra i lumbard i «molto interessati» sono meno di un quarto, il ventiquattro per cento, a cui si può aggiungere un altro 37 di «un po' interessati»: il restante 39 per cento dei leghisti si dichiara «non interessato» al problema.

Tra i votanti di Forza Italia il no alle primarie arriva a quota 52: solo il 18 per cento del partito del Cavaliere è disposto a fare la fila sotto le tende per scegliere il leader. Più in equilibrio i numeri di Fratelli d'Italia: 35 sì, 35 no, trenta ni.

Se si passa poi alla scelta del nome, si nota come tra gli interessati alle primarie il favorito Salvini, quello che da più tempo si batte per l'apertura dei gazebo, non riesca poi a staccare Berlusconi: 29 per cento contro 28, e l'ex presidente del Consiglio è il preferito dal 92 per cento degli elettori di Forza Italia. La Meloni è data al 19. Quasi uno su quattro è incerto.

Ma, si obietta, il Cav è ancora ineleggibile, la sentenza della Corte di Strasburgo sulla retroattività della legge Severino attesa entro la fine dell'anno potrebbe non arrivare in tempo per le prossime elezioni politiche. Ebbene, anche in questo caso secondo l'Ipsos Salvini non avrebbe la strada spianata, non riuscirebbe a staccare gli altri contendenti. Senza Berlusconi nella contesa, il Matteo leghista arriverebbe al 33 per cento delle preferenze, superando Giorgia Meloni con il suo 26. Stefano Parisi prenderebbe l'otto e Giovanni Toti il tre. Tre elettori di centrodestra su dieci si preferiscono non pronunciarsi.

«La fedeltà al proprio leader - commenta Pagnoncelli - sembra prevalere nettamente su qualsiasi altra considerazione, dal ricambio

generazionale alla proposta politica». Perciò, conclude, «le divisioni interne del centrodestra rischiano di acuirsi con le primarie: dalla crisi di identità si esce con idee convincenti, non con il casting per il nuovo candidato».

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