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"La priorità in agenda? Tagliare le liste d'attesa. Bertolaso valore in più"

L'ultima sfida del presidente riconfermato: "Giovani coinvolti, una politica più vicina"

"La priorità in agenda? Tagliare le liste d'attesa. Bertolaso valore in più"

Presidente Attilio Fontana, ha vinto in Lombardia con il 54,7%. Se lo aspettava?

«Ero abbastanza convinto di vincere, ma non pensavo a queste dimensioni. Anche la lista civica è andata bene».

Lei viene sempre dipinto come una persona sobria. Anche ieri l'abbiamo vista molto pacato. Dica la verità, ha esultato?

«Certo! Con i miei collaboratori, e con grande intensità. In pubblico no, mi sembra di offendere gli altri».

Adesso che è finita la campagna elettorale si può dire: cosa le ha fatto più male della vicenda Moratti?

«Il fatto che fosse uscita dicendo che c'erano dei dissapori in giunta, quando invece fino al giorno prima avevamo condiviso ogni decisione».

Che cosa l'ha fatta più innervosire delle dichiarazioni del candidato del Pd Pierfrancesco Majorino?

«Quando ha detto che non eravamo in grado di spendere i fondi europei, quando invece abbiamo ricevuto in premio un aumento di fondi perché siamo tra le regioni più virtuose nello spenderli».

La coordinatrice regionale Daniela Santanchè ha iniziato a rivendicare il numero di assessori di Fdi. Forse troppo presto.

«Non so se siano voci dal sen fuggite o conti fatti male, quando ci confronteremo porrò la questione della competenza e qualità delle persone che sceglieremo».

Lei ha detto «Sono presidente dei lombardi e non dei partiti»: un modo per smarcarsi dal manuale Cencelli?

«Per ribadire che l'elezione diretta dà una responsabilità maggiore e un mandato diretto da parte della gente».

Tornando agli attacchi dei suoi avversari, ha detto che «la gente ha capito». Si riferiva alla pandemia?

«Sì, mi riferivo in genere a tutto quello che è stato raccontato ossessivamente sulla gestione del Covid. La campagna che si fa contro la Lombardia non tiene conto di certe situazioni che sono diffuse su tutto il territorio, come la carenza di medici dovuta alla sbagliata programmazione».

L'ex assessore Gallera ha scritto anche un libro sulla gestione del Covid, ma non è stato eletto. Cosa ne pensa?

«Le cose sono andate in modo completamente diverso da come si raccontano e quando due mesi fa è venuta la rappresentante della Commissione Ue Sanità ha riconosciuto che la nostra gestione è stata fatta bene e i nostri metodi presi a modello. Nessuno si sarebbe mia aspettato una tale esplosione della pandemia. In territori confinanti ci sono stati numeri drammaticamente analoghi, ma si parlava solo di Bergamo».

A proposito di Sanità, sembra di capire che l'intenzione sia di confermare l'assessore Bertolaso.

«Quello che posso dire è che Bertolaso è un valore aggiunto, poi ci dovremo incontrare e decidere».

Quali saranno le sue prime tre azioni?

«Il taglio delle liste d'attesa in sanità è la priorità assoluta. La seconda è avere un progetto chiaro di Rfi sulla rete ferroviaria lombarda. Terzo: particolare attenzione ai giovani, cercando di coinvolgerli maggiormente, andando incontro alle tante necessità che dimostrano di avere».

Ha parlato di giovani poco coinvolti in politica, ha qualche idea?

«I giovani sono coinvolti nel volontariato, nello sport e in tantissime iniziative. La prima azione sarà destrutturare questo tentativo di delegittimazione della politica.

La legge regionale del 2022 punta alla realizzazione di luoghi d'incontro per i giovani: si potrebbero creare delle occasioni di incontro per interessarli un po' di più alla politica, farla conoscere meglio, dimostrare che non è una cosa di cui vergognarsi, ma che è l'essenza della democrazia».

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