Guerra in Ucraina

La "profezia" di Bannon: "Perché la guerra arriverà anche in Italia"

L'ideologo di Donald Trump attacca la Nato e mette nel mirino il presidente ucraino Zelensky: "È un comico corrotto"

La "profezia" di Bannon: "Perché la guerra arriverà anche in Italia"

Steve Bannon non ha dubbi: ci stiamo avviando verso un momento buio della storia e nessuno sarà escluso.“Ci stiamo avviando a una crisi finanziaria mondiale che porterà a una guerra globale: è chiaro come il sole. E l’orrore che abbiamo visto in Ucraina verrà anche in Italia”, la profezia dell’ideologo di Donald Trump ai microfoni di Zona Bianca.

Nei giorni più drammatici dell’offensiva russa ai danni dei civili ucraini, sono in corso i negoziati per tentare di arrivare al cessate il fuoco. Secondo il politologo, però, coinvolgere la Nato è stato un errore, così come chiamare in causa gli Stati Uniti. Gli americani non la pensano come Biden, ha spiegato Bannon: “È giusto così. Questa guerra non sarebbe mai dovuta accadere: gli ucraini sono stati usati come carne da macello”.

Braccio destro del tycoon, Bannon ha rimarcato che questa guerra non sarebbe potuta accadere durante la presidenza Trump: “Se fosse stato presidente, avrebbe visto che dal 2014 l’entrata russa in Ucraina aveva causato 14 mila vittime, cercando un negoziato per evitare di arrivare a questo nuovo conflitto armato”. Una guerra è imprevedibile, ha proseguito lo statunitense, e tutti “stiamo giocando con il fuoco”.

Per Bannon stiamo permettendo la trasformazione di un conflitto regionale in un conflitto globale, ammonendo i leader mondiali: “Non spingete gli ucraini verso la loro fine”. Non ci sono invece grandi parole di stima per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, definito “un comico corrotto”, e per i suoi interventi in videocollegamento con i parlamenti di tutto il mondo: "Voglio fare un commento brutale sul Congresso americano, come sul Parlamento italiano. È imbarazzante quando un tipo come Zelensky cita Churchill un giorno e parla dell’Olocausto il giorno dopo, si rifà a Martin Luther King, parla di Pearl Harbor e dell’11 settembre.

E quei pagliacci si alzano in piedi e battono le mani".

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