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Profughi, ora anche Cameron chiede l'euroaiutino

Quando approdavano a migliaia sulle coste greche e siciliane i profughi non erano sembrati un problema comunitario a Francia e Inghilterra. Adesso che hanno invaso Calais come «uno sciame di disperati» (parole del premier inglese Cameron) e che si lanciano su treni e camion in corsa per entrare in Inghilterra, allora sono diventati «un'emergenza globale che i due governi non possono risolvere da soli».

Strano come mutano i punti di vista. A volte basta che cambino le coste et voila , la linea di pensiero si fa meno dura. Mentre a Calais si contano attualmente almeno 3mila migranti in attesa nella «giungla» di quella che è ormai una vera baraccopoli, da parte della polizia francese si susseguono i bollettini di guerra. Secondo gli ultimi dati diffusi dal loro stesso sindacato, nella notte tra domenica e lunedì gli agenti hanno respinto circa un migliaio di profughi che tentavano di oltrepassare il confine nell'ambito di una rivolta con scontri anche violenti. Altri 700 sono stati portati via a forza dal terminal merci. L'Eurotunnel è rimasto chiuso per qualche ora, poi è stato riaperto ma il traffico procede a rilento. Il sindaco di Calais ha chiesto ai governi inglese e francese di risolvere al più presto la situazione minacciando, in caso ciò non avvenisse, di lasciar passare tutti i profughi in Gran Bretagna.

Sul fronte diplomatico invece, Cameron e Hollande vogliono dar l'impressione di lavorare insieme anche perché si sono resi conto che la collaborazione è l'unica via d'uscita. Così già domenica i due ministri dell'Interno hanno scritto sulle pagine del Telegraph che «l'emergenza è globale» chiedendo l'aiuto dell'Europa. Evidentemente entrambi dovevano essersi distratti un attimo quando l'Italia presentò la stessa richiesta e Renzi se ne tornò a casa dopo essere riuscito a strappare all'Ue quella miseria di quote minime di migranti da accettare in due anni. Cameron, che non ne voleva prendere neppure uno, si arrese a 10mila, ma solo per non compromettere il futuro dibattito sulla revisione dei trattati internazionali. Adesso che gli immigrati gli sfuggono da sotto il naso, si accorge che il problema dev'essere risolto con l'aiuto di tutti.

In attesa che Bruxelles si decida a dare una risposta, il premier inglese non ha però nessuna intenzione di rimanere con le mani in mano. L'ennesima riunione della commissione Cobra si è conclusa nella serata di ieri mentre il governo ha già annunciato di voler varare altre misure restrittive per limitare l'immigrazione clandestina. Tra queste l'obbligo per i proprietari di immobili di effettuare dei controlli più approfonditi nel momento in cui affittano le loro proprietà a degli immigrati e soprattutto il diritto-dovere di sfrattarli nel momento in cui questi perdessero il diritto d'asilo. Una misura questa che consentirebbe al governo di rimandare a casa con più facilità molti clandestini, ma che ha immediatamente scatenato le polemiche dell'opposizione e degli stessi proprietari. Alcuni ritengono infatti che una simile norma impedirebbe a tutti gli stranieri, anche quelli regolari, di trovar casa. Altri pensano invece che non spetti ai cittadini fare i controlli suggeriti, bensì allo Stato.

Un esperimento pilota però è già stato fatto in alcune città come Birmingham, dove ha avuto successo.

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