Mamdani è il perfetto incontro fra il fronte rosso verde e la grande componente islamica che si è affermata negli Usa e in Europa. Nel Vecchio Continente è ancora più importante che negli Usa a causa dei confusi criteri con cui l'Ue non ha saputo manovrare l'immigrazione, stretta fra la sua ambizione umanitario-internazionalista e la violenza che ne scaturiva.
Mamdani segna una grande svolta. In essa, la componente dall'antisemitismo-antisionismo diventa parte necessaria di questa alleanza. New York, con Gerusalemme, è la città ebraica più popolosa del mondo (900mila ebrei) ma il candidato islamico ha fatto degli slogan pro Pal una bandiera di combattimento, e ha vinto prendendosi anche il 25 per cento del voto ebraico. Anche là ci sono tanti ebrei che si consegnano come pecore al macello. È facile ora che i politici europei di tutto il mondo decidano che è fruttuoso puntare anche sulla folla che nel 2024 negli Usa ha creato 9354 incidenti antisemiti. Mamdani lo suggerisce nella sua onnipotenza giovanile; nel suo essere il virgulto di una madre, famosa regista, che è stata la prima a proibire che i suoi film fossero proiettati alla super liberale cinemateca di Gerusalemme; forte del successo politico dall'aver fondato da universitario gli "Students for Justice in Palestine" fino a diventare sindaco di New York. Ora non gli serve usare d'urgenza il rifiuto di Israele come scalino politico. Lo farà domani: gli ebrei newyorkesi saranno confortati dalla sinistra elegante, oppure imbambolati dal "tikkun olam", la "cura del mondo" secondo la sinistra ebraica, o dalla negazione antisionista dei bizzarri religiosi anti Israele. Ma la vita ebraica di New York oggi non resterà quella di Woody Allen e di Seinfeld: le masse, le scuole, il lavoro risponderanno oggi a un sindaco seriamente islamico che non crede nella legittimità dello Stato d'Israele; i suoi ebrei sono dhimmi anche se newyorkesi.
Mamdani ha promesso di tagliare la collaborazione fra New York e qualsiasi istituzione israeliana, compresa quella fra la Cornell University e il Technion di Haifa, che ha prodotto 100 startup di cui 84 con base a New York. Ha promesso di boicottare il New York City-Israel Economic Council, e disinvestire dai fondi pensionistici israeliani. Non ha mai chiamato in causa i diritti umani violati all'estero se non biasimando Israele; non ha mai detto "Sostengo l'esistenza dello Stato Ebraico". Non ha chiamato terrorista Hamas, ha lodato e globalizzato l'Intifada.
Se riuscirà a diminuire gli affitti e a non far pagare l'autobus non lo sappiamo. Ma sappiamo che ora i vari leader della sinistra europea studiano bene l'ondata antisionista-antisemita come mezzo per vincere le elezioni. Questo autobus non sarà gratis per la libertà e la democrazia.