Piero Di Lorenzo, presidente della società Advent di Pomezia, lo aveva detto già un paio di mesi fa, quando ancora non immaginavamo un disastro del genere: «Entro l'estate cominceremo le sperimentazioni sul vaccino».
Di Lorenzo, direi che è stato di parola.
«Sì, fra due settimane spediremo a Oxford il primo lotto, che equivale a mille dosi di vaccino, e comincerà la sperimentazione sull'uomo. Verranno selezionati 550 pazienti sani a cui somministrarlo».
Come mai Oxford?
«Abbiamo la fortuna di lavorare con l'istituto Jenner dell'università di Oxford, uno dei più importanti centri a livello mondiale».
Si farà la sperimentazione anche in Italia?
«Non è detto visto che il Regno Unito oggi non fornisce una validazione anche per paesi dell'Unione Europea. Effetti della Brexit. Ne stiamo parlando con le autorità di governo e quelle regolatorie».
Sono in corso vari progetti di ricerca per il vaccino. Voi come riuscite ad avere tempi così rapidi?
«Abbiamo sfruttato il vantaggio di godere di due expertise già testate sull'uomo, quella dello Jenner sul vaccino contro la Mers, che è già testato in Arabia Saudita, e la nostra piattaforma, che è già stata usata per validare il vaccino contro l'Ebola. Questo ci permette di correre più velocemente laddove, in tempi normali, ci sarebbero voluti 5-6 anni. Ma, nonostante la velocità, di ricercatori ed istituzioni, i tempi sono lunghi».
Lunghi quanto?
«Alla fine di settembre riusciremo a vaccinare gli operatori sanitari e le forze di polizia».
Quindi per Natale potremmo avere un vaccino per tutti?
«Purtroppo no, per quello ci vorrà molto più tempo, anche anni. Vanno prodotte oltre sei miliardi di dosi di vaccino, per tutta la popolazione mondiale».
Cosa accadrà adesso?
«In pochi mesi saranno completate le tre fasi della definizione e distribuzione del vaccino, e cioè la fase 1 con test su animali e su un gruppo ristrettissimo di volontari, la fase 2, che si allarga a un bacino di circa 150 volontari, e poi la 3 che coinvolge fino a 700 persone. Le autorità regolatorie hanno tenuto conto del fatto che il vaccino sia già stato testato sull'uomo e quindi, vista la pericolosità della situazione, visto che non c'è pericolo di tossicità, si passa alla fase 3».
Come vi siete mossi in queste settimane?
«Quando i cinesi hanno messo il sequenziamento del nuovo coronavirus su internet, gli inglesi in venti giorni hanno sintetizzato la proteina Spike, ovvero la chiave d'entrata del virus nella cellula umana. A metà febbraio ci hanno mandato l'inoculo virale e noi abbiamo caratterizzato l'adenovirus adattandolo a questo nuovo gene».
Ci spiega cos'è l'adenovirus?
«È lo stesso virus colpevole del raffreddore. Ecco, la cura contro questo tipo di coronavirus potrebbe arrivare proprio da lì».
Immagino che nei laboratori di Pomezia siate molto soddisfatti.
«Sinceramente non abbiamo nemmeno il tempo per gioire. Abbiamo lavorato tantissimo, senza sosta. E continueremo a farlo. Sui 200 ricercatori, il team dedicato al vaccino anti Covid-19 è composto da una quarantina di professionisti. Il loro lavoro è stato eccellente, impagabile».
Si potrà dire che il vaccino sarà made in
Italy?«No perché è in fase finale la trattativa per un finanziamento di rilevante entità con un pool di investitori internazionali e vari Governi interessati a velocizzare ulteriormente la produzione industriale del vaccino».
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