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"Pubbliche scuse a chi è assolto". Una legge per difenderci dai "pm rovina carriere"

Presentata la proposta di legge "per imporre le 'pubbliche scuse' da parte dei pm". La Lega: "Solo così responsabilizzeremo le toghe"

"Pubbliche scuse a chi è assolto". Una legge per difenderci dai "pm rovina carriere"

"I casi di assoluzione o proscioglimento, in questi giorni, di politici o amministratori, da Ignazio Marino a Roberto Cota, confermano l'urgenza di una misura che restituisca la piena dignità, anche a livello mediatico, a chi per anni è stato ingiustamente messo alla gogna mediatica su accuse poi risultate infondate". È questo obiettivo della proposta di legge "per imporre le 'pubbliche scuse' da parte dei pubblici ministeri" che la settimana prossima sarà presentata alla Camera dal deputato leghista Paolo Grimoldi.

Il progetto di legge, illustrato dal segretario della Lega Lombarda, ha l'obiettivo di includere, oltre a coloro che subiscono una detenzione, anche le ingiuste accuse che vedono persone irrimediabilmente danneggiate già nella fase di indagine, in particolare nei casi in cui viene riportata la notizia dai mass media. Se in presenza di una detenzione ingiusta o di errore giudiziario l'istituto della riparazione prevede un risarcimento economico a favore della vittima dell'indebita custodia cautelare, la Procura inquirente dovrà chiedere pubblicamente scusa a chi è stato prosciolto con sentenza irrevocabile perché il fatto non sussiste, per non aver commesso il fatto, perché il fatto non costituisce reato o non è previsto dalla legge come reato o per il procedimento che è stato archiviato.

Nell'intento di Grimoldi le "pubbliche scuse" costituiscono "un provvedimento teso a salvaguardare la dignità, l'onore e il rispetto della persona colpita da accuse ingiuste e riabilitarla pienamente davanti all'opinione pubblica". "Tale provvedimento non comporta alcun esborso economico per lo Stato - ci tiene a sottolineare il deputato leghista - ma rappresenta solo un atto morale di ammissione di responsabilità verso una persona che per l'accusa subita è stata, di fatto, diffamata".

Solo in questo modo (ed è la speranza del provvedimento) i pubblici ministeri saranno responsabilizzato nell'esercizio della propria azione.

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