Cronache

Punito per uno "sgarro" nello spaccio

Dalle indagini della Dda emergono i nomi di Carminati e "Diabolik"

Punito per uno "sgarro" nello spaccio

Agguato in spiaggia a Torvaianica: indaga la Dda. È il procuratore aggiunto Ilaria Calò a coordinare le indagini sul tentato omicidio di Selavdi Shehaj, «Simone», l'albanese di 38 anni gestore, assieme alla moglie, del chiosco attrezzato Bora Bora sul litorale romano.

È storia nota: domenica mattina, con decine di bagnanti sui lettini, Shedaj viene avvicinato da un killer sceso da uno scooter guidato da un complice. L'uomo, viso coperto, esplode due colpi mirando alla schiena, poi si allontana noncurante del panico scatenato fra la gente. Simone viene soccorso e portato all'ospedale San Camillo dove è in condizioni gravi ma non in pericolo di vita. Lesioni alla colonna vertebrale fanno temere la paralisi. La vittima, già arrestata per traffico di droga, hashish, dai carabinieri, avrebbe tentato il «salto». Ovvero si sarebbe allargato sulla piazza di spaccio controllata dagli albanesi in affari con i camorristi di rango. Come la famiglia Senese che proprio a Torvaianica ha saldato vecchi conti in sospeso uccidendo Giuseppe Carlino, «Pinocchietto», a sua volta killer di Gennaro Senese, passato alle cronache come il delitto «in diretta» con i finanzieri del Gico che li intercettavano. Gli albanesi, secondo le informative dell'antimafia, sono i narcotrafficanti emergenti nella capitale. A Casalotti, Roma nord, sono in affari con i napoletani e i calabresi. Relazioni top secret parlano di boss dal Paese delle Aquile in rapporti con personaggi di spessore come Massimo Carminati, Leandro Bennato e il fu Fabrizio Piscitelli, «Diabolik». E non solo. Bennato, condannato a 4 anni e 3 mesi per traffico di droga, è ai domiciliari quando due sicari gli sparano alle gambe. Evaso nel 2010, rifugiato in Spagna fino al suo arresto quando viene rintracciato assieme ad Alessandro Fasciani, esponente del clan di Ostia. La guerra fra albanesi è solo all'inizio per la Dda.

Al Nuovo Salario nel gennaio scorso con 5 colpi calibro 7,65 viene giustiziato Gentian Kasa, pregiudicato albanese. L'uomo, in permesso premio, andava a trovare la moglie. Omicidio fotocopia per Gasper Rechi, ucciso al Casilino nel 2017 con quattro colpi, tre al torace e uno alla nuca.

Nel suo appartamento gli inquirenti trovano 200mila euro in contanti.

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