La punizione del Pd contro Lampedusa Via la sindaca pro migranti? Riecco le tasse

Dopo sei anni stop alla sospensione dei contributi. Richiesti gli arretrati

La punizione del Pd contro Lampedusa Via la sindaca pro migranti? Riecco le tasse

Roma - Lampedusa eroica, Lampedusa l'accogliente, Lampedusa da nobel, Lampedusa alla Casa Bianca. Passati pochi mesi è il ritornello ripetuto per anni pare cancellato d'improvviso. Possibile che gli isolani famosi nel mondo per la generosità nel salvare i migranti siano diventati egoisti in poche settimane? L'improvviso ribaltamento d'immagine arriva, guarda il caso, dopo che l'isola a mezzo urne ha abbattuto la statua vivente eretta dal Pd a simbolo di tanto eroismo, il sindaco Giusi Nicolini. Eppure la situazione dell'isola non è poi cambiata tanto da giugno a oggi. Anzi: per la prima volta sono tornati gli sbarchi «spontanei», piccole barche arrivate fino a riva, segno che si va riaprendo la rotta dalla Tunisia, mentre dal 2013 l'isola era coinvolta nel fenomeno solo perché nell'hotspot riceveva carichi di migranti trasportati da navi Ong o navi militari. Dopo il voto e la defenestrazione della renzianissima Nicolini, il vento è cambiato, ma più a Roma che a Lampedusa. «La norma che aveva sospeso il versamento dei contributi previdenziali ai lampedusani riconoscendo il danno all'economia turistica - spiega il sindaco Totò Martello - dal 2011 è stata prorogata ogni anno, inserendola nel Milleproroghe. Dopo le elezioni, stranamente, è arrivata una comunicazione dell'Agenzia delle entrate che annunciava che si tornava a pagare dopo la scadenza del 31 gennaio 2018».

La prima a denunciare la batosta in arrivo su Lampedusa è stata la deputata azzurra Gabriella Giammanco che, in un'interpellazione urgente, ha sottolineato che senza la sospensione accordata per la prima volta nel 2011 dal governo Berlusconi, i lampedusani «dovranno presentare le ultime sette dichiarazioni dei redditi» e quind pagare gli arretrati di «contributi previdenziali, assistenziali e i premi per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali, compresa la quota a carico dei lavoratori dipendenti». «Una misura che impatterebbe duramente sulla vita dei lampedusani e confermerebbe la miopia del governo verso i reali bisogni della gente», ha attaccato la parlamentare siciliana. Che ha ottenuto in Aula dalla sottosegretario ai Beni culturali Ilaria Carla Anna Borletti Dell'Acqua una risposta più breve del suo nome e decisamente vaga: «Sono in corso i necessari approfondimenti istruttori presso gli uffici dell'amministrazione finanziaria, al fine di trovare soluzioni più adeguate, tenuto conto anche degli effetti sui saldi di finanza pubblica». Come dire, vedremo. Sulla stampa era intervenuto anche il Sottosegretario all'Economia Enrico Morando, confermando che i lampedusani dovranno pagare, anche se in sessione di bilancio potrebbe spuntare qualche misura minima, tipo la rateizzazione.

Una vera beffa per gli abitanti dell'isola, in pochi giorni trasformati da eroi dell'accoglienza a razzisti (accusa che si è subito attirata il neo sindaco Martello). Soprattutto perché, segnala ancora Giammanco, mentre le tasse erano sospese, non sono stati investiti i venti milioni stanziati dal Cipe per rilanciare l'economia dell'isola, a parte 500mila euro.

«È il costo annuo della task force voluta da Giusi Nicolini per studiare i progetti da finanziare -spiega l'attuale sindaco- ma finora ne sono stati prodotti solo un paio e devono ancora essere valutati. Di questo passo ci vorranno anni prima di vederli realizzati».

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