Quando la legge non sa scegliere tra figli legittimi e quelli adottivi

La giurista Alessandra Gatto: "C'è una lacuna legislativa"

Quando la legge non sa scegliere tra figli legittimi e quelli adottivi

Roma - In principio era l'adoptio. Serviva ai notabili di Roma a intrecciare alleanze e a garantire la prosecuzione della stirpe, agli schiavi per emanciparsi, ai plebei per fare carriera e ai patrizi per divenire tribuni. Fu così anche per l'imperatore Augusto.

L'adozione di maggiorenne è sopravvissuta all'erosione dei secoli, cambiando pelle e vocazione, confrontandosi con le sfide del presente e con i nuovi valori dell'ordinamento giuridico. In primis quello di garantire il superiore interesse dei figli minori. Non una questione di lana caprina dato che l'istituto si è smarcato dalla tradizione precedente, assumendo natura patrimoniale e successoria. Ma cosa succede se, successivamente al passaggio in giudicato della sentenza di adozione, dovesse sopraggiungere la progenie? Il codice civile non ammette l'adozione di maggiorenne in presenza di figli minori, ma se i pargoli arrivano dopo tace. E a quei bambini inghiottiti da una lacuna normativa non concede tutele. Tra le ipotesi di revoca del provvedimento, infatti, non c'è il caso della sopravvenienza di figli dell'adottante. Perciò, osserva qualcuno, è «auspicabile» una riforma. Riflessione, questa, affidata alla pubblicazione La sopravvenienza di figli successivamente al passaggio in giudicato della sentenza di adozione di persona maggiorenne - Tutela del superiore interesse dei minori sopravvenuti e prospettive di riforma (Giuffré) della giurista Alessandra Gatto, che si è interrogata sul duplice rapporto di filiazione». In altre parole, «l'adottato maggiorenne conserva lo status di figlio verso i suoi genitori biologici ma allo stesso tempo acquista lo status di figlio adottivo (se pur non si tratti di un'adozione piena) verso l'adottante». Sono due vincoli di filiazione, uno artificiale e l'altro naturale, che si sommano.

E a farne le spese sono i figli sopravvenuti, «lesi nella loro sfera patrimoniale» senza aver espresso il proprio assenso. «Colmare il vuoto legislativo sull'argomento sarebbe risolutivo», ha confermato anche Monica Ravasi, avvocato dell'Associazione ItaliaAdozioni.

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