Non è l'inchiesta della tangente milionaria ma della polverizzazione delle tangenti in tanti piccoli rivoli utili allo scopo, quello di vedere realizzato al più presto lo stadio della Roma ma anche di abbattere l'Iva con le fatture false o chiedere il semplice «piacere» di un'assunzione. Anche procurare i biglietti per una partita di calcio poteva servire a raggiungere l'obiettivo, soprattutto se a chiederli era il M5s tramite Lanzalone, che segue come consulente a titolo gratuito (ma che per i pm resta un «pubblico ufficiale») per i grillini il dossier stadio. I politici tirati in ballo smentiscono, ma il sistema Parnasi viene ritenuto dal gip ugualmente una «condotta grave, ripetuta e pervicace».
L'addio di Totti
Dalle carte risulta che Lanzalone ha chiesto al direttore della As Roma Mauro Baldissoni tre biglietti per la partita Roma-Genoa, quella dell'addio del capitano Totti, per altrettanti esponenti nazionali del Movimento. Baldissoni parla con Simone Constata, il manager delegato da Parnasi ad intrattenere rapporti con Comune e Regione per gli aspetti relativi alla realizzazione dell'impianto: «Lanzalone mi ha detto che gli servono tre biglietti in più perché vengono degli esponenti nazionali dei Cinque Stelle...tra l'altro uno di questi è funzionale a favorire...eh...una specie di photo opportunity accordo...Raggi-Zingaretti-Pallotta...per in qualche modo spingere a sancire il...siamo tutti d'accordo a farlo in tempo».
Salvini a bocca asciutta
Parnasi e Baldissoni discutono di quali richieste di biglietti accontentare in base a chi potrebbe essere davvero «funzionale al raggiungimento dell'obiettivo». Sì a Claudio Santini, capo segreteria del Mibac «perché ci sta dando una grossa mano», dice Parnasi. Sì anche a Francesco Boccia, deputato Pd ed ex presidente della commissione Bilancio: «È una persona...come dire....abbastanza influente». Matteo Salvini invece non viene accontentato: «Mi ha chiesto due tickets...però io onestamente me ne fregherei».
Il colloquio alla Roma
L'indagato Giampaolo Gola, assessore allo Sport del X municipio al quale ieri sono state revocate le deleghe, sfruttando i suoi rapporti con il presidente del gruppo consiliare del M5s Paolo Ferrara, si era fatto promettere da Parnasi un incarico alla As Roma o presso il Coni o, in subordine, presso la società Ampersand riferibile all'imprenditore. «Mi fa fare il contra...ehm il colloquio alla Roma e io poi so bravo e mi so meritato quel posto...eh cazzo, me lo sono meritato grazie al suo supporto ma anche grazie alla mia bravura e ho fatto quello che dovevo fa'».
L'uomo di Grillo
«Lanzalone è stato messo a Roma da Grillo per il problema stadio insieme al professore Fraccaro e Bonafede». Ad affermarlo è Parnasi nel corso di una cena, citando nel suo discorso anche gli attuali ministri per i Rapporti con il parlamento e Giustizia. Qualche mese prima non aveva esitato ad avviare «un'attività di promozione nei confronti del candidato alla Regione Roberta Lombardi - scrive il gip - in tal modo rafforzando i suoi legami con Ferrara e De Vito».
Tor di Valle, si salta l'ostacolo
Parnasi avrebbe assunto l'avvocato Claudio Santini, già capo segreteria del ministero Beni Culturali, per «avvicinare il
sovrintendente Francesco Prosperetti» e ottenere da lui «la richiesta di archiviazione della proposta di vincolo architettonico sull'Ippodromo di Tor di Valle». Senza questo passaggio il progetto sarebbe rimasto lettera morta.
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