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I grillini gettano la maschera: chi non vuole Zelensky alla Camera

Il posizionamento di Giuseppe Conte sulla guerra in Ucraina è confuso anche per via delle continue prese di posizione dei suoi. Tra i grillini c'è chi non vuole che Zelensky parli via collegamento alla Camera dei deputati

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Parte del composito universo dei grillini continua a distanziarsi dalla linea del capo Giuseppe Conte sulla guerra in Ucraina: il caso del senatore Vito Petrocelli, presidente filorusso della commissione Affari esteri, è solo uno di quelli emersi in questi giorni.

Petrocelli, dopo il mancato voto alla risoluzione contro la Russia, ha preferito silenziarsi. Da parte del centrodestra e da parte d'Italia Viva sono arrivate ufficiali richieste di dimissioni dalla presidenza della commissione ma il MoVimento 5 Stelle ha fatto quadrato: lo stesso ex premier ha annunciato che non sarebbero stati presi provvedimenti per il posizionamento geopolitico del parlamentare.

Conte dice di aver intrapreso un "nuovo corso" ma in termini geopolitici i grillini, almeno i contiani, non riescono a perseguire la linea atlantista con naturalezza. Come se non bastasse l'affaire Petrocelli, a rincarare la dose ci ha pensato l'onorevole Gabriele Lorenzoni, che crede alla narrativa russa sui bombardamenti sull'ospedale di Mariupol' e che preferisce che la Camera non organizzi un collegamento diretto con il presidente Zelensky. Gabriele Lorenzoni ha rivelato che anche altri suoi compagni di partito la pensano così o in maniera speculare. E in effetti è vero.

"Le mie perplessità manifestate al Presidente Fico riguardo un intervento di Zelensky alla Camera dei deputati, scaturiscono dalla situazione internazionale, estremamente complessa e delicata, che come deputata, non solo mi desta forte preoccupazione, ma mi pone anche davanti la questione, se sia opportuno o meno, sovraesporre in questo modo il Parlamento italiano, considerando che Zelensky è già intervenuto, giustamente, in seno al Parlamento europeo".

Quelle appena citate sono parole e musica dell'onorevole Enrica Segneri, un'altra grillina che non ha votato a favore della risoluzione che ha previsto anche l'inoltro di armi non mortali all'Ucraina. Le dichiarazioni della parlamentare sono state ripercorse pure dall'Adnkronos.

Poi, come spiegato pure da Il Corriere della Sera, c'è Valentina Corneli, un'altra grillina che siede alla Camera dei deputati. Anche lei viene citata dalla fonte tra coloro che avrebbero espresso contrarietà al contatto Zelensky-Camera dei deputati. Sui social, la Corneli se la prende con Matteo Salvini ed il suo viaggio in Polonia, mentre disserta, citando opinioni di esperti, sulle sempreverdi colpe dell'Occidente in merito a quello che sta accadendo in Ucraina.

Forse questo atteggiamento assunto da alcuni grillini è un modo per distanziarsi dal Partito Democratico e dal governo, una tattica tesa a convincere Conte che sia ora di mollare il colpo sull'appartenenza all'esecutivo.

Oppure, più probabilisticamente, sono convinzioni tipiche da "piazza del Vaffa" che tornano di modo in relazione ad uno spartiacque storico-geopolitico.

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