Cronache

"Una questione d'affari" per il delitto di Brescia. I killer ripresi in un video

Erano in due su uno scooter e hanno usato un fucile da professionisti. Indagini sulla situazione economica delle vittime

"Una questione d'affari" per il delitto di Brescia. I killer ripresi in un video

MilanoDue uomini di corporatura media a bordo di uno scooter, entrambi con un casco integrale che ne cela completamente il volto rendendoli irriconoscibili. Il passeggero ha in mano un fucile a pallettoni e spara due colpi a bruciapelo a distanza ravvicinata, quindi la moto riparte e sparisce. Martedì mattina ore 10, pizzeria «Da Frank», via Val Saviore alla Mandolossa, quartiere difficile di Brescia. Scene da un duplice omicidio, quello della coppia di ristoratori e coniugi Francesco Seramondi, 65 anni e Giovanna Ferrari, 63enne. Lei è morta quasi subito, mentre il marito è deceduto dopo essere arrivato in ospedale in condizioni disperate. I pochi secondi in cui si è consumata la tragedia sono stati immortalati dalle telecamere interne al ristorante. Ora gli investigatori della squadra mobile locale, che hanno acquisito il filmato attraverso la Scientifica riguardandolo più e più volte, hanno ascoltato già diversi conoscenti della coppia, chiamati in questura. E, con il passare delle ore, la polizia comincia a considerare sempre meno probabile un collegamento tra il duplice omicidio e le numerose denunce inoltrate alle autorità competenti fino al mese scorso per lo spaccio di droga e la prostituzione nella zona da Seramondi, da tutti conosciuti appunto come «Frank», che non ne poteva più dei tanti, troppi pusher che si radunavano davanti al suo locale a fare affari o del giro di prostitute che da anni soffoca la zona della Mandolossa. Non sembra invece escluso un eventuale collegamento col ferimento - il primo luglio, alle due del mattino - di un dipendente albanese della coppia, un 43enne cui hanno sparato da un'auto in corsa, un episodio dai contorni mai chiarito.

Dopo il ferimento del dipendente la moglie di Frank, Giovanna, aveva esposto un cartello fuori dalla pizzeria: «Nonostante tutto, nonostante tutti, Frank ritorna» e andava lamentandosi di temere per l'incolumità del marito. Così, viste le modalità del duplice omicidio che ricalcano quelle del regolamento di conti e quel cartello dai toni sibillini e sinistri, quell' episodio assume tutta l'aria di un avvertimento che potrebbe essere stato seguito da altre minacce, magari arrivate alla coppia proprio poco prima dell'a loro morte. Per questo gli investigatori ora stanno setacciando i depositi bancari di Francesco Seramondi e Giovanna Ferrari. Controllano entrare e uscite, ma verificano soprattutto se i ristoratori avessero ricevuto prestiti.

Elementi decisivi per orientare l'inchiesta in questa direzione sono emersi dagli interrogatori a tappeto, fatti subito dopo il fatto di sangue, innanzitutto a eventuali testimoni che all'inizio sembravano inesistenti (fondamentale per la ricostruzione della dinamica del duplice omicidio è stata la deposizione di un senzatetto che ha assistito casualmente all'accaduto, ndr ) quindi agli amici più intimi della coppia uccisa. Gli investigatori spiegano che i sicari «sono dei professionisti e, con ogni probabilità, venuti da fuori». Una telecamera li ha inquadrati ma in testa avevano caschi integrali. È potrebbero essere gli stessi che hanno sparato al dipendente albanese delle vittime, sopravvissuto per miracolo.

«Certo non li cerchiamo qui a Brescia» è quanto si sbilanciano ad ammettere gli investigatori.

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