Radio Vaticana, fascino antico: il notiziario è in lingua latina

Sabrina Cottone

Una vulgata spesso smentita vorrebbe che a Papa Francesco non piaccia il latino. Falso, perché anche se non è un appassionato come il Papa emerito Benedetto, chi gli è vicino racconta che a volte corregge persino chi fa errori. D'altra parte, difficile immaginare l'esordio di un notiziario in latino, come quello che parte domani su Radio Vaticana, con un Pontefice che abbia in uggia la lingua di Virgilio e di Seneca. È ciò che accadrà ogni sabato a mezzogiorno e mezza a partire da domani: news su Papa e Santa Sede in latino. Si può ripassare o buttarsi nella mischia per vedere l'effetto che fa. C'è da imparare che Mediolanensis placentae è il panettone, exterarum gentium odium la xenofobia e la Concitatrix Dei, colei che (si) affretta, la Madonna.

Il nuovo radiogiornale, o per farsi subito l'orecchio l'Hebdomada Papae, notitiae vaticanae latine redditae, spiazza non poco. È vero che arriva dopo il seguitissimo account twitter di @Pontifex_In, su cui lavora un pool di sette sacerdoti latinisti che si ispirano alle arguzie di Terenzio e agli epigrammi di Marziale, ma le news in latino diffuse via etere nel 2019 sono una novità dirompente.

Il latino è pur sempre la lingua ufficiale della Chiesa, come hanno ribadito Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II, ma più nell'uso scritto che nel parlato, se vogliamo escludere la clamorosa rinuncia di Benedetto XVI, quel Declaro me ministerio renuntiare pronunciato l'11 febbraio 2013 che non a caso lasciò inebetiti (quasi) tutti i presenti. Gli Acta Apostolicae Sedis, bollettino ufficiale dei documenti della santa Sede, sono redatti in latino. Ma qui si parla di una trasmissione radio, nata dalla collaborazione con la struttura della Segreteria di Stato che traduce e scrive in latino i documenti ufficiali del Papa, tweet inclusi. Latino lingua viva. «Sarà un vero radiogiornale con servizi e notizie» spiega il direttore editoriale dei media vaticani, Andrea Tornielli. Subito dopo le news (disponibili anche in podcast), una trasmissione dedicata alla riscoperta della bellezza del latino.

Domine, non sum dignus ut intres sub tectum meum. A Cafarnao, sul lago di Tiberiade, a rivolgersi così a Gesù fu un centurione romano.

La frase, «Signore, non sono degno che entri sotto il mio tetto», variamente tradotta nelle diverse lingue del mondo, fa parte della Messa. Alcuni storici ipotizzano che il soldato l'abbia pronunciata in latino. Chissà. Quel che è certo è che le news su Radio Vaticana sono l'ultimo capitolo di una lunga storia.

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